"Resti umani nel fiume...": di chi sono quei corpi?

I resti trovati nel Modenese potrebbero appartenere a donne per le quali non è stata neppure denunciata la scomparsa: le considerazioni di Nicodemo Gentile

"Resti umani nel fiume...": di chi sono quei corpi?

A chi appartengono i resti umani femminili trovati nel Modenese negli ultimi giorni? In pochissimo tempo sono stati restituiti corpi da identificare: uno in un borsone sul Po e un altro in una busta di cellophane sul fiume Tiepido. Immediatamente il pensiero dell’opinione pubblica è andato a tre donne scomparse: Saman Abbas, Isabella Noventa e Samira El Attar, tre persone che vivevano in Emilia Romagna mai ritrovate.

A “Chi l’ha visto?” È stato compiuto un excursus sulle donne scomparse in questa regione. Tra loro figurano, oltre a Saman, anche Silvana Covili, Manuela Teverini, Cristina Golinucci e Fiorentina Nitescu. Ma perché pensare a questi casi - tra l’altro quello di Golinucci risale al 1992, quando la giovane bussò alle porte di un convento per parlare col suo padre spirituale ma nessuno l’ha vista più da allora?

Quelli del Po - ha spiegato in trasmissione Nicodemo Gentile, presidente dell’associazione Penelope - sono resti ossei quindi fanno pensare a qualcosa di datato. Quindi è importante non soffermarsi soltanto alle denunce di scomparsa di Modena e provincia degli ultimi anni. Modena è una provincia piccola ma proprio oggi, parlando con il vicecommissario, il dottor Cantadori, ci dice che nel 2021 ci sono state 140 denunce di scomparsa, 105 ritrovamenti. Ne mancano 35 ancora all’appello. È importante capire quante persone mancano al radar delle relazioni, ma anche quante persone hanno realmente denunciato. Nella zona del Modenese, dove sono stati trovati questi resti, tra l’altro ci sono un sacco di minori che sono scomparsi tecnicamente da centri d’accoglienza e case famiglia”.

Gentile ha definito impressionante il numero di donne scomparse in Italia e mai ritrovate e ha fatto riferimento ai casi di Giovina Mariano e Carol Maltesi. Giovina era un’ex dipendente del Comune di Pescara la cui scomparsa non è apparsa come palese per moltissimo tempo: ora i cugini si sono appoggiati all’associazione Penelope per capire cosa possa essere accaduto alla congiunta. Di Carol è stato detto tanto in questi giorni: sono suoi i resti trovati a Borno, dove era stata portata dal suo presunto killer. Ma da due mesi l’uomo che ha confessato di averla uccisa avrebbe simulato la sua presenza in vita rispondendo ai messaggi sullo smartphone della donna.

Sono persone che mancano dal radar delle relazioni da tempo”, ha aggiunto Gentile dei resti nel Modenese, facendo riferimento proprio a Giovina e Carol.

Va ricordato che, com’è accaduto per Carol Maltesi, fondamentali potrebbero rivelarsi i dubbi dei conoscenti: l’input al riconoscimento di Carol è infatti giunto dai fan della donna che faceva l’attrice porno e alcuni hanno riconosciuto i suoi tatuaggi.

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