"Saman è nascosta, ecco cosa non torna nella narrazione sul Pakistan"

Molte cose sono state dette dopo la scomparsa di Saman Abbas: non c'è schiavitù in Pakistan, ma ci sono le caste. Perché gli Abbas sono venuti in Italia

"Saman è nascosta, ecco cosa non torna nella narrazione sul Pakistan"

Dov’è Saman Abbas? E dove sono i suoi genitori Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, sui quali pende un mandato di cattura internazionale emesso dall’Interpol? Se nelle scorse settimane il caso sembrava a un punto di svolta - dopo la cattura a Parigi di Danish Hasnain, accusato di essere l’esecutore materiale del presunto omicidio della nipote Saman - ora tutto tace.

Intanto, in questi mesi, molto è stato detto sui coniugi Abbas: che sono stati individuati, che possiedono terreni e schiavi - il che tra l’altro cozza profondamente con la loro immagine di migranti economici quali erano nella loro residenza di Novellara - che si opponevano al fidanzamento tra Saman e il suo amato Saqib perché appartenenti a caste diverse. Ma è tutto corretto? È possibile che ci siano state semplificazioni mediatiche, che qualcosa si sia perso nella traduzione?

Una certezza c’è: Saman si era opposta al matrimonio forzato con un suo cugino in Pakistan, che aveva 10 anni più di lei. Era scappata dai genitori, andata in una comunità protetta con il sostegno dei servizi sociali. Ma i genitori le avevano preso i documenti e lei era andata da loro per riottenerli. Era il 30 aprile 2021: da allora Saman è tra le persone scomparse su territorio italiano.

“Le caste esistono, la schiavitù no. Ma molte cose in Pakistan stanno cambiando”, spiega a IlGiornale.it Hussain Sajad dell’associazione culturale islamica Muhammadiah di Brescia, che da 30 anni vive in Italia.

È stato detto che i genitori di Saman Abbas possiedono schiavi. Esiste la schiavitù in Pakistan?

“No, non mi risulta che esista la schiavitù, e a me sembra molto offensivo. È possibile che ci siano forme di sfruttamento del lavoro simili a quelle di altri Paesi, ma non la schiavitù”.

È stato detto che Saman non avrebbe potuto, per la famiglia, sposare Saqib, perché appartenenti a caste diverse. Esiste in Pakistan un sistema di caste?

“Le caste esistono e purtroppo ci sono anche alcune persone venute in Italia negli anni ’90, possiamo dire che sono quasi analfabete e quindi persone ignoranti, che ci tengono a combinare matrimoni nella loro stessa casta. In questo caso, ora come ora, noi che viviamo in Italia da 30 anni, sappiamo che in Pakistan le cose stanno cambiando e il sistema di caste sta scomparendo”.

In che direzione va il rinnovamento del Pakistan?

“L’istruzione è il punto forte, perché è accessibile a tutti, soprattutto alle ragazze. Con i social e con Internet, la gente è più informata e aggiornata su molti argomenti. Grazie all’istruzione, si è scoperto che i genitori che non accettano il volere dei figli non hanno nulla a che fare con la religione islamica”.

Quali sono le ragioni che solitamente spingono i pakistani a venire in Italia?

“Il benessere. Perché il Pakistan - è una storia lunga - è alleato della Nato e quindi degli americani. È un’area strategica: prima c’erano i sovietici in Afghanistan, l’India era alleata dei russi e agli americani faceva comodo tenere buoni i rapporti con il Pakistan, attraverso politici burattini dell’Occidente. Queste persone corrotte non hanno mai fatto il bene della nazione e del suo popolo, hanno operato senza nessuna qualifica. Una terra così ricca di minerali, negli anni ’60, era uno dei Paesi più avanzati, che aveva aiutato la Germania dopo la Seconda Guerra Mondiale, Singapore, la Corea del Sud. Purtroppo a causa di queste politiche pilotate da americani e inglesi, non ci sono mai stati governanti scelti tra il popolo”.

Se i genitori di Saman saranno estradati li attende la giustizia italiana. Se non dovessero essere estradati, cosa prevede la giustizia pakistana per le accuse che pendono sul loro capo?

“Non posso parlare di leggi perché non sono avvocato, parlo con buon senso in base a quello che vedo oggi in Pakistan. In Pakistan c’è tanta corruzione, ma se ci sono buoni avvocati, si può riuscire a ottenere per Saman una giustizia che sia autentica. Oggi il Pakistan è governato da una persona molto saggia, che tiene alla giustizia. Le leggi ci sono e la giustizia può prevalere”.

I parenti di Saman sotto indagine hanno riparato o cercato di riparare in altri luoghi d’Europa come la Francia. È perché esistono, fuori dall’Italia ma sempre in Ue, comunità di pakistani forse più nutrite - e magari ignare - sul cui appoggio poter contare?

“Non conosco la realtà francese. Ma quando si tratta di giustizia a volte ci sono persone che non aiutano a nascondere chi è ricercato per crimini di questo genere”.

Perché questo caso ha, secondo lei, suscitato più scalpore di altri analoghi? Può essere per la presenza di Saqib, cioè del fidanzato che Saman aveva scelto di amare e che ora la attende e la piange?

“Ho rispetto per i sentimenti di Saqib. Quello che ha fatto può contribuire forse un po’ alla sensibilizzazione, si prova compassione, dolore, rabbia per Saman. Si vorrebbe trovarla. Io mi auguro che questa ragazza sia viva. Io penso che un giorno salterà fuori. Se i genitori sono scappati in Pakistan, in altri casi il governo ha aiutato Paesi che hanno chiesto aiuto in questo senso: lo Stato è al momento molto severo e attento su questi temi.

Questi elementi mi fanno pensare che Saman sia viva, nascosta da qualche parte. Dopo tutte le ricerche, se Saman fosse stata seppellita nei dintorni di Novellara l’avrebbero trovata. Spero che ci risentiremo per dirci che Saman è stata ritrovata viva”.

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