La cimice cinese che fa strage di raccolti è un "regalo" dell'Ue

Ecco le vespe samurai per fermare la strage dei raccolti di frutta e verdura causata dall'insetto asiatico, che è svicolato ai controlli dell'Europa

La cimice cinese che fa strage di raccolti è un "regalo" dell'Ue

Una cimice cinese sta uccidendo i raccolti di frutta, verdura, piante e vivai in tutt'Italia, rischiando di devastare fino al 70% delle produzioni: ora come ora, l'insetto è il nemico pubblico numero uno dei coltivatori italiani.

Ecco perché per fermare la strage in atto per colpa della cimice, che con il caldo si sta moltiplicando nelle campagne e in città, è arriva il primo via libera alla diffusione della vespa samurai, nemica naturale dell'insetto che sta devastando meli, peri, kiwi, ma anche peschi, ciliegi, albicocchi e quant'altro.

Ma come è arrivata questa cimice? O meglio, da dove? Dai porti del Nord Europa, scrive La Verità, "dove i controlli fitosanitari fanno ridere e si è impiantata in Italia dove, anche in virtù del cambiamento climatico, ha trovato un habitat ideale per riprodursi e campare senza nemici: essendo una specie aliena non ha qui nessun predatore".

La cimice killer non lascia scampo: dove passa è alto-altissimo il rischio che non cresca più nulla, con il pericolo di perdere moltissima della frutta e del mais coltivato nel Belpaese. Ecco perché si è reso necessario il ricorso alla vespa samuarai: "Un provvedimento fortemente richiesto dalla Coldiretti a cui ora è necessario dare rapida attuazione - sottolinea il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini - per consentire l'immissione in campo della vespa samurai già durante la campagna agricola in corso".

Sarebbe dunque opportuno che anche l'Europarlamento, nel quale la fronda dei Verdi

è sempre più nutrita, qualcuno pensi concretamente alle istanze degli agricoltori del Vecchio Continente, anche stringendo le maglie dei controlli fitosanitari alle frontiere dell'Unione.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica