Il colpo in aria, poi la reazione: cosa ha fatto il tabaccaio

Il tabaccaio è indagato per omicidio. Secondo la difesa il ladro aveva il braccio alzato per puntare la pistola contro Fiorelli

Il colpo in aria, poi la reazione: cosa ha fatto il tabaccaio

Sandro Fiorelli avrebbe prima sparato un colpo in aria e successivamente un altro,mortale. Via via che le ore passano sembra delinearsi quanto avvenuto nalla serata di lunedì 25 ottobre, quando il tabaccaio 59enne, ora indagato per omicidio, ha esploso dei colpi dalla sua arma regolarmente detenuta, uccidendo uno dei ladri che si erano introdotti nella sua abitazione.

Come riportato dal Corriere, tre giorni prima Fiorelli aveva deciso di installare delle telecamere di sicurezza per poter avere sempre sotto controllo, tramite lo smartphone, la situazione in tempo reale nella sua villa. La decisione di avere maggiore sicurezza per lui e la sua famiglia era probabilmente giunta subito dopo la nascita del nipotino. Forse è stata proprio questa motivazione a convincere il pubblico ministero sulla legittima difesa.

La ricostruzione

L’abitazione è situata poco lontano dalla piazza del municipio, subito dopo una curva che nasconde la villa in mezzo agli alberi. Il fatto di trovarsi sotto il livello stradale può essere il motivo per cui i ladri l’hanno presa come bersaglio da rapinare. Nonostante la presenza degli ulivi, non sembra difficile accedervi di lato. Secondo quanto emerso fino a questo momento lunedì scorso, il giorno della rapina, Fiorelli avrebbe chiuso la sua tabaccheria in piazza Marconi alle 19 e insieme al figlio sarebbe tornato a casa. Entrambi avrebbero lasciato le loro vetture alla fine della discesa in cemento che porta all’aia. Il tabaccaio, dopo aver detto al figlio di andare a casa e di cominciare ad apparecchiare la tavola per quando sarebbe rientrata la mamma, sarebbe andato alla cantina dove tiene gli attrezzi. L’uomo è infatti appassionato di lavoro nei campi e di caccia ai cinghiali. I due sono in quel momento soli in villa.

Sarebbe stato il giovane a sentire alcuni rumori sospetti arrivare dalla zona notte della casa, che è divisa in quattro blocchi. La parte notte si trova al pian terreno dell’edificio ma risulta essere più in alto rispetto alla cucina che si trova invece al piano inferiore. A quel punto il figlio sarebbe andato ad avvisare il padre, cercando di non allarmarlo ma mettendolo in guardia. In cantina ci sono anche i tre fucili che il genitore utilizza per cacciare. E infatti l’uomo avrebbe poi detto al pm:“Una coincidenza essermeli trovati vicini”.

La tesi della difesa

Il tabaccaio ne avrebbe quindi preso uno e sarebbe andato in direzione dei rumori. Avrebbe quindi fatto in tempo ad arrivare sotto il porticato centrale che si è trovato davanti i tre rapinatori. Due di loro sono subito scappati scavalcando un muretto e facendo perdere le loro tracce tra i campi. Il terzo invece, Mirel Joaca Bine, si dirige verso la parte opposta, in direzione della strada. A quel punto Fiorelli avrebbe sparato un primo colpo in aria e un secondo verso il romeno, a circa otto metri di distanza, sotto la luce di un lampioncino. Alcuni pallini lo avrebbero raggiunto all'avambraccio destro, mentre i più si sarebbero conficcati sotto l’ascella perforando il polmone.

Secondo il legale difensore di Fiorelli, l’avvocato Sandro De Gasperis, questo sarebbe un chiaro segno che il malvivente si trovava con il braccio alzato per puntare l'arma contro il suo assistito. I ladri, secondo il tabaccaio, sarebbero entrati nella villa passando da una finestra, a differenza di quanto pensano i carabinieri che optano più per l'ingresso da una porta laterale. Ancora non si sa con esattezza cosa i rapinatori siano riusciti ad arraffare, degli orecchini sono stati trovati per terra.

Le indagini sono rivolte anche ad appurare la provenienza della pistola. Purtroppo le telecamere di sicurezza della villa non hanno un sistema di registrazione e difficilmente potranno essere d’aiuto agli investigatori.

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