Irene Cervelli è ricoverata in un letto della neurorianimazione dell’ospedale Cisanello di Pisa. A ridurla in coma è stato un ictus, che l'ha colpita pochi giorni dopo aver ricevuto la prima dose di AstraZeneca durante un Open Day all'ospedale Campo di Marte a Lucca. Per lei dovrebbero esserci solo preghiere e parole di conforto, affinché riesca a superare il difficile momento e si risvegli dal coma. Invece il delirio no vax la sta travolgendo.
Sui social network - come scrive La Nazione - il profilo Facebook della 42enne lucchese è stato letteralmente inondato di frasi di odio e commenti ignobili da parte dei negazionisti. Per loro Irene se "l'è andata a cercare", come se la voglia di ritornare alla vita normale, che ognuno di noi ha dopo oltre un anno di privazioni, fosse una colpa. La sua colpa - per i deliranti no vax - è quella di aver voluto anticipare i tempi per tornare libera. Aveva prenotato il vaccino Pfizer attraverso il portale online della regione Toscana, ma la voglia di tornare alla normalità l'ha spinta ad anticipare i tempi. Irene si è presentata a uno degli Open Day AstraZeneca organizzati a maggio a Lucca. Una settimana dopo aver fatto l'iniezione però si è sentita male, colpita da un ictus senza patologie pregresse e costretta a due interventi chirurgici alla testa in pochi giorni.
Come si può arrivare a offendere e insultare una persona in coma che semplicemente voleva proteggere se stessa e gli altri dal Covid? Che voleva tornare alla normalità? E invece negazionisti e no vax da ore stanno vomitando il loro odio sulla pagina social di Irene. Una pagina dove si dovrebbero vedere solo messaggi di speranza. "Chi è causa del suo mal pianga se stesso", "Ingenua", "Se l'è proprio andata a cercare", "Daje Iré, non ce rimanere male", "Col cervello che si ritrova tenterebbe anche la seconda volta. Questa gente è tutta spiantata". Dov'è finita la sensibilità, la compassione, l'empatia verso una donna che lotta tra la vita e la morte?
Dopo l'ondata di odio, la pagina Fecebook di Irene Cervelli non è più visibile online, presumibilmente disattivata dalla famiglia. I Cervelli, infatti, hanno affidato al proprio legale, l'avvocato Giovanni Mandoli, un commento su quanto accaduto. "La famiglia si dice amareggiata per le dichiarazioni comparse sul profilo Fb di Irene - riporta il Gazzettino - da parte di alcuni leoni da tastiera, ma al tempo stesso chiede di non dare spazio a questi soggetti che spesso si nascondono dietro ad account falsi creati ad arte con il solo scopo di generare odio".
Un orrore, quello dell'odio no vax, che si era già ripetuto con la morte della cantante Milva, lo scorso
aprile, deceduta pochi giorni dopo aver ricevuto la prima dose di vaccino. Anche in quell'occasione i no vax avevano preso di mira la sua pagina Facebook per dirle "te la sei cercata". Chissà da dove nasce tanto odio. Non dallo stesso posto in cui nasce la vergogna.
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