Cominciano a emergere elementi che mettono in dubbio la versione dei militanti di Potere al Popolo di Perugia, che nei giorni scorsi hanno denunciato di essere stato aggrediti e accoltellati da militanti di CasaPound mentre affiggevano manifesti a Ponte Felcino.
L'ipotesi su cui sta indagando la digos, coordinata dal procuratore Luigi De Ficchy, è quella di rissa e lesioni. Sono cinque le persone finite nel taccuino degli investigatori che hanno messo a verbale le dichiarazioni di Mario Pasquino, attivista di sinistra, e quelle di alcuni testimoni che hanno assistito alla scena.
Il 37enne militante di Potere al Popolo aveva raccontato di essere stato accerchiato "quasi all’improvviso da quattro persone incappucciate armate di bastoni". Nella colluttazione poi sarebbe stato ferito da qualcosa che in un primo momento era stato definito "coltello" ma le ferite non sarebbero compatibili con un'arma bianca.
Quanto emerge invece dalle analisi dei tecnici della polizia è che di fronte alle plance per i manifesti elettorali è stato trovata colla vicino ai cartelloni di casapound. E solo su quest'ultimi è stata trovata la colla fresca, non su quelli di Potere al Popolo. La versione che dunque è supportata da queste evidenze sarebbe quella del gruppo di destra.
Non solo. Perché il quotidiano online Umbria24 è riuscito ad intervistare una donna che ha assistito a quanto successo. La testimone racconta di aver visto i tre ragazzi di Casapound attacchinare i volantini.
"Non hanno fatto in tempo a mettere su la scopa che sono arrivati in due o in tre sbattere per terra con i bastoni", ha riferito la donna che è rientrata in casa quando è scoppiata la rissa.Secondo quanto scrive Repubblica, lo scontro "sarebbe cominciato dopo l'arrivo dei due appartenenti alla formazione di sinistra".
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