I giovani del Partito Democratico hanno organizzato un corso sulla coltivazione della cannabis "ad uso Terapeutico e Non". Distinzione inutile, visto che la differenza è nulla.
La sostanza è sempre la stessa, cambia solo l'uso che se ne fa. E se in un caso è a fin di bene, l'altro è solo un metodo "green" per sballarsi. "A pensare male ci si azzecca", e pare proprio questo il caso. L'appuntamento "Coltivate la vostra cannabis" è per sabato a Milano, luogo preciso da definire in base al numero di adesioni. Per partecipare basta inviare una mail. Oltre a fondamentali consigli per creare un orticello, al prezzo di 15 euro sarà consegnata una copia del libro "Marijuana in salotto", da gustare con un birra, appuntandosi una spilletta del "Comitato cannabis terapeutica Lombardia" così da sembrare veramente interessati all'uso terapeutico e nascondere la vera intenzione del saper coltivare droga con le proprie mani.
Il problema di base è come sia possibile che un Comitato, attivo affinché il Consiglio regionale regolamenti l'uso della sostanza a uso farmacologico, organizzi un evento su come coltivare la marijuana tra le proprie mura di casa. In ogni caso, la partecipazione garantisce anche un piccolo seme di cannabis, per cominciare così a coltivare.
La domanda sorge spontanea: come può un seme, che se piantanto e fatto germogliare diventa fuorilegge, trasformare una droga da illegale a legale? E soprattutto, qual è il senso di questa iniziativa, dato che esiste già un centro italiano (l'istituto farmaceutico militare) che già produce la sostanza per l'uso terapeutico?
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