Comiso, 21enne dà fuoco e uccide il padre

Il giovane ha cosparso di benzina il genitore (cieco da anni) e, dopo averlo bloccato, gli ha dato fuoco. L'uomo è morto

Comiso, 21enne dà fuoco e uccide il padre

Tragedia familiare a Comiso, in provincia di Ragusa. Un ragazzo di 21 anni, Mirko Bottari, ha ucciso il patrigno bruciandolo vivo. La vittima è Vincenzo Arcidiacono, 60 anni, cieco da diversi anni, addetto al centralino dell’ospedale. Da due mesi Bottari non viveva più con il patrigno nella casa di via Girlando, che il Comune aveva assegnato diversi anni fa ad Arcidiacono. Il giovane era stato cacciato di casa a causa dei continui litigi con l’uomo ed era stato finora ospitato da amici. All’origine dei contrasti c'erano motivi economici: Arcidiacono si sarebbe rifiutato di concedere una somma di denaro al giovane che la rivendicava.

La dinamica

In base alla ricostruzione di quanto accaduto, pare che Arcidiacono, dopo pranzo, fosse andato a riposarsi, come era solito fare. Nel frattempo è sopraggiunto il 21enne che, a sangue freddo, lo avrebbe cosparso di liquido infiammabile e gli avrebbe dato fuoco. Sarebbero stati i vicini di casa a lanciare l’allarme, dopo aver notato del fumo uscire dalla piccola abitazione, dalla quale è stato visto allontanarsi in giovane. Elementi che hanno indotto gli uomini della polizia di Stato a far convergere le ricerche, nell’immediato, sul presunto omicida. La casa è andata completamente distrutta dal rogo. Bottari era già noto alle forze dell’ordine in relazione a precedenti per droga. Il giovane, dopo essere stato condotto in commissariato per l’identificazione, è stato trasportato al nosocomio di Comiso, per le diverse ustioni riportate agli arti.

Rapporti familiari molto tesi

"Non ne potevo più": sono state queste le prime parole che ha detto il giovane al commissario Roberta Siracusano. Un’ammissione che ha trovato conferma subito dopo quando gli agenti e i vigili del fuoco sono arrivati nell'appartamento in fiamme. Il rogo che ha ucciso Arcidiacono, domato poi dai vigili del fuoco, ha avvolto anche il figlio che però
ha riportato solo lievi ustioni alle gambe e per questo è stato portato in ospedale dove è stato poi interrogato. Dal suo racconto prende forma uno scenario familiare molto agitato. Soprattutto negli ultimi tempi, quando il giovane ha cominciato a chiedere continuamente denaro. Le indagini cercheranno di capire se quei soldi gli servissero per procurarsi la droga. Fatto sta che il clima familiare era diventato ormai insostenibile. Tanto che alla fine Arcidiacono aveva cacciato il figlio da casa. Da due mesi il giovane era ospitato a turno dagli amici.

L’uomo avrebbe perfino minacciato di fermare la procedura per il riconoscimento di paternità: Mirko infatti portava il cognome della madre, che aveva avuto una relazione con la vittima, e solo da alcuni anni era stato accolto in casa dal padre.

Ma la convivenza è sempre stata difficile. I vicini riferiscono che negli ultimi mesi i contrasti si erano
fatti più frequenti e più furiosi. E qualcuno temeva che, prima o poi, avrebbero scatenato una tragedia. Come poi è accaduto.

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