Il Vaticano avrebbe iniziato la revisione di "Humanae Vitae", l'enciclica del 1968 di Paolo VI, che è un testo tanto contrario ai metodi contraccettivi quanto critico rispetto alla gestione artificiale delle nascite. Secondo questo articolo di Lifesite News, infatti, la chiacchierata commissione vaticana istituita per studiare "Humanae Vitae" esiste eccome. L'ipotesi messa in campo da alcuni, tuttvia, è condita dal fatto che i componenti del gruppo in questione, per conto di Papa Francesco, stiano in realtà lavorando per attualizzare il contenuto del testo di Montini. Modificarlo, insomma, sarebbe lo scopo non dichiarato.
Uno sconvolgimento che il mondo cattolico-tradizionalista ha già bollato come inaccettabile. Possibile, quindi, l'avvento prossimo di un'altra svolta dottrinale. "Non è certo che una reinterpretazione della 'enciclica della pillola' (Humanae Vitae) arrivi presto dal Vaticano", si legge sul sito citato. E ancora: "Il fatto che una commissione per conto del Papa stia indagando sulla genesi di "Humanae vitae" è stato recentemente confermato all'agenzia Kathpress dal capo dell'Archivio della Congregazione per la Dottrina della Fede, Alejandro Cifres". Monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontifica Accademia per la Vita, ha in realtà smentito la sussistenza stessa della commissione. Il gruppo di studio, da quanto si apprende sul sito dell'Aci stampa, però, sarebbe diretto dal professor Gilberto Marengo e arriverebbe a coinvolgere la Pontificia Università Lateranense. Il mistero, insomma, sarebbe stato svelato proprio grazie ad una frase, forse "sfuggita", pronunciata da Cifres.
Il professor Chiodi, membro dell'accademia diretta dallo stesso Monsignor Paglia, ha dichiarato lo scorso dicembre durante una conferenza tenutasi presso la l'università Gregoriana: "La tecnica, in determinate circostanze, può consentire di custodire la qualità responsabile dell’atto coniugale, anche nella decisione di non generare quando sussistano motivi plausibili per evitare il concepimento di un figlio". E ancora: "La tecnica, mi pare, non può essere rifiutata a priori quando è in gioco la nascita di un figlio, perché anche la tecnica è una forma dell’agire e quindi richiede un discernimento sulla base di criteri morali irriducibili però a una interpretazione materiale della norma". La sensazione, insomma, è che le alte sfere vaticane, per quanto in molti contestino questa direzione, procedano spedite verso un'apertura sul tema della contraccezione.
Quanto contestato dai tradizionalisti è il fatto che la Santa Sede avrebbe prima negato e poi ammesso l'esistenza della commissione di "revisione". Oltre, ovviamente, al presunto impianto della "revisione". Questo gruppo di "revisionsiti", secondo il professor Roberto De Mattei, sarebbe così composto: Pierangelo Sequeri, preside del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II, prof. Philippe Chenaux, docente di Storia della Chiesa presso la Pontificia Università Lateranense, mons.
Angelo Maffeis preside dell’Istituto Paolo VI di Brescia. Tutti coordinati dal professor Marengo. Il miracolo di Paolo VI, intanto, è stato riconosciuto dalla Congregazione dei Santi. Papa Montini, durante l'ottobre prossimo, sarà canonizzato.
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