Eccezionale scoperta effettuata a Como durante gli scavi nel centro storico della città all’interno del cantiere di via Diaz.
È infatti emersa dal terreno un’anfora ricolma di monete d’oro d’epoca tardo-romana, che potrebbe rivelare al suo interno altre sorprese, come riferisce il Soprintendente Luca Rinaldi, entusiasta per il rinvenimento. “Non si può parlare di un valore preciso, perchè non sono un bene commerciabile. Ma sicuramente si tratta di un ritrovamento eccezionale e quindi di valore inestimabile”.
Intervistato da “QuiComo”, Rinaldi spiega le fasi del ritrovamento e quelle che sono previste nell’immediato per lo studio e l’analisi dei pezzi. “Il contenitore è grosso e presentava un foro da cui si vedeva il contenuto. Si tratta di monete d'oro impilate una sull'altra. Ne abbiamo estratto un primo nucleo, costituito da 27 monete che sono già state analizzate, ma non possiamo semplicemente rovesciare il contenuto o rompere l'anfora. Va fatto un esame archeologico stratigrafico, una per una, per capire cosa c'è dentro e se tutto appartiene alla stessa epoca”.
Come accennato in precedenza, le monete sottoposte al vaglio degli esperti sono relative all’età tardo imperiale, V sec. d.C., e risultano essere un unicum, come sottolinea ancora con orgoglio il Soprintendente. “Il fatto che rende il ritrovamento eccezionale e dal valore inestimabile è la quantità di monete ritrovate, praticamente un'intera collezione come non se ne sono mai trovate nell'Italia Settentrionale, il fatto che siano d'oro e l'eccellente stato di conservazione. A volte le monete si trovano tutte legate insieme. Queste invece sono separate le une dalle altre, è come aprire un borsellino”.
Ora si guarda con grande attenzione all’eventualità che negli scavi del cantiere di via Diaz possano emergere altri reperti di eccezionale interesse. Come spiega infatti a “Il Messaggero” il presidente della Società Archeologica di Como, nel tentativo di fornire anche una spiegazione alla natura del “tesoretto”, non si tratta di un’area qualsiasi dell’antica città.
“La zona del ritrovamento ospitava le abitazioni private dei nobili romani. L'anfora potrebbe essere stata nascosta nei muri della casa per evitare furti, probabilmente all'epoca delle invasioni”.
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