Il Comune di Genova omaggia caduti della Rsi, è bufera

A Genova è querelle tra opposizione e maggioranza dopo che Antonio Sergio Gambino, consigliere comunale di Fratelli d’Italia, ha partecipato alla commemorazione dei caduti della Rsi in qualità di delegato del sindaco

Il Comune di Genova omaggia caduti della Rsi, è bufera

Sulla tomba dei caduti della Repubblica Sociale piovono fiori e polemiche. Soprattutto a Genova dove è querelle tra opposizione e maggioranza dopo che, domenica scorsa, nel cimitero di Staglieno si è avverato il peggior incubo di sinistra radicale e Anpi. Lo stesso che si era già profilato qualche mese fa a Milano, quando l’assessore dem Carmela Rozza propose di deporre al Musocco un’unica corona del Comune “per tutti i caduti di tutte le guerre”. Per tutti, anche per quelli che hanno indossato le uniformi grigioverdi.

Se all’ombra della Madonnina quel segnale di apertura è stato fulmineamente stroncato dal primo cittadino Giuseppe Sala, in Liguria la storia è andata diversamente. Ed il consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Antonio Sergio Gambino, ha partecipato alla commemorazione dei caduti della Rsi in qualità di delegato del sindaco Marco Bucci che, nel frattempo, presenziava alla marcia in memoria della Shoah e dei rastrellamenti degli ebrei genovesi.

La presenza ufficiale del Comune di Genova è stata accolta con “gioia” e “commozione” dalle associazioni combattentistiche e dalle famiglie dei reduci. Secondo Giuseppe Murolo, coordinatore regionale del Movimento Nazionale per la Sovrantià, “dopo 72 anni di rancore cade un muro” perché “l’Italia non ha bisogno di una storia spezzata, di vincitori e vinti, buoni e cattivi”.

Gambino ha deposto un fiore anche sulla tomba di Giuseppe Mazzini e del partigiano Ferruccio Parri e, in uno stralcio, del suo discorso si legge: “È la prima volta nella Storia della nostra città che l’amministrazione comunale è presente all’annuale commemorazione dei Caduti della Repubblica Sociale Italiana. È un atto di rispetto che non è eccessivo definire storico, perché – è il mio augurio, è il nostro augurio – dice la parola fine ad un’antistorica discriminazione, parlando il linguaggio di una reale pacificazione nazionale di fronte ai caduti della Repubblica Sociale, ai quali per lunghissimo tempo ogni riconoscimento fu negato”.

Ma il tentativo pacificatore, invece di rasserenare gli animi, li ha scaldati e ne è nata una polemica dai toni aspri. Di “commemorazione pericolosa” che “infangara la gloriosa storia partigiana dell’Italia” ha parlato il deputato di Possibile Luca Pastorino. Mentre il segretario cittadino del partito democratico Alberto Pandolfo ha bollato la cerimonia come un tentativo di “riscrivere la storia”.

Se il primo cittadino di Genova si è chiuso in un laconico no comment, Gambino ha replicato alle accuse: “È il momento di andare oltre quegli anni di guerra civile in cui morirono persone che credevano di combattere ognuno dalla parte giusta, le polemiche sono da parte di chi non ha capito”.

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