Martina Levato vuole il bambino avuto con l'ex fidanzato Alexander Boettcher e, non ritenendo giusta la decisione della corte d'appello di Milano, ha deciso di fare ricorso in Cassazione per ottenere l'affidamento del piccolo. A "nessun bambino, nemmeno nel caso di Annamaria Franzoni, di Salvatore Parolisi, o in casi di mafia, è stato riservato il trattamento (discriminatorio e privativo del diritto alla propria identità personale e familiare) applicato al bimbo di Martina Levato e Alexander Boettcher", si legge nelle motivazoni del ricorso.
La cosiddetta "coppia dell'acido" è stata arrestata nel dicembre 2014 a Milano e poi condannata per diverse aggressioni. Il bambino che Levato ha partorito in carcere nell'agosto del 2015 è stato dichiarato adottabile dal giudice di secondo grado che ha stabilito "l'inadeguatezza di entrambe le figure genitoriali nel rapporto con il bambino, la grave patologia dei loro assetti personologici, la perversione che sottende il loro legame, l'assenza di un reale lavoro proficuamente elaborativo e maturativo effettuato dalla Levato". Ma, come riporta Repubblica.it, l'avvocato difensivo Laura Cossar non ci sta a vedere etichettata in questo modo la sua assistita e lo mette nero su bianco nel ricorso in Cassazione. "Il giudizio è assolutamente tranchant, pericolosamente moralistico e davvero sorprendente in quanto formulato da giuristi: poiché i signori Levato e Boettcher hanno commesso determinati fatti criminosi (...) non possono essere genitori. Tale ragionamento è ancora più significativo e pregnante se solo si considerano i tanti casi in cui, a fronte dell'accertata condotta delinquenziale di uno o di entrambi i genitori, nessun tipo di censura alle capacità genitoriali sia stata mai mossa: ci si riferisce a tutti quei processi del pari mediaticamente esposti (Franzoni, Parolisi, tutti i casi di associazione di stampo mafioso, in cui intere famiglie delinquono, con i figlioli al seguito)". A nessun bambino, spiega ancora il legale di Martina, è stato riservato il "trattamento" applicato al figlio di Levato e Boettcher.
La soluzione esposta nel ricorso prevede l'affidamento del bimbo a un'altra famiglia per un periodo che le consenta di scontare la pena. Martina Levato, scrive il legale, è "una donna molto diversa dal tempo in cui fu tratta in arresto" tre anni fa. Anche l'ex compagno Alexander Boettcher ha fatto ricorso per chiedere l'affidamento del bimbo alla nonna paterna. Per l'avvocato Cossar "solo chi non conosce Martina può pensare che sia la stessa donna del giorno dell'arresto. Lo dicono i fatti: le sue condotte all'interno del carcere (ove lavora e ricopre un ruolo di massima responsabilità, ove scrive sul giornalino del carcere e ha vinto un premio letterario, ove ha ripreso gli studi universitari che prosegue con profitto e si dedica alla cura di sé stessa e degli altri), la sua rinnovata relazione con i genitori, il suo stesso psichiatra di riferimento". Tra l'altro, "ha ammesso le proprie responsabilità ed ha chiesto più volte scusa" alle vittime "e alle loro famiglie". E infine specifica: "Le limitazioni alla relazione madre/figlio imposte addirittura prima della nascita sono state così consistenti e stringenti, da pregiudicare esse stesse quel percorso di verifica delle competenze genitoriali che è oggetto proprio del procedimento di adottabilità, divenuto per l'effetto una farsa, dal finale già scritto".
Martina non si è opposta al ricorso di Boettcher perché, come ha spiegato la sua difesa, è interesse della madre che il bambino non venga adottato e resti, comunque, nella sua famiglia. Da quanto si è saputo, presenteranno ricorso anche i genitori di Levato, nonni materni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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