Coppia dell'acido, la madre di lui: "Alexander può crescere il figlio"

In un'intervista a Quarto grado il punto di vista della donna. E Martina: "L'ho coinvolto io"

Martina Levato, arrestata per l'aggressione con l'acido al 22enne Pietro Barbini
Martina Levato, arrestata per l'aggressione con l'acido al 22enne Pietro Barbini

È a Quarto grado che Patrizia Ravasi, madre di Alexander Boettcher, dice la sua sulla vicenda dell'affidamento del nipote, figlio di Martina Levato e dell'amante, accusato per l'aggressione del 22enne Pietro Barbini.

"Una volta chiariti bene i ruoli e le responsabilità di quanto accaduto, penso che Alexander possa crescere", dice la donna, che pensa la decisione del Tribunale dei minori di allontanarlo dalla madre sia stata "sofferta" e ricorda di essersi proposta "in seconda battuta per l'affido, perché prima il legale aveva proposto" proprio il figlio Alexander.

"Cercherò, per quanto possibile, di offrirgli una vita normale. Il bambino va preservato e protetto in tutti modi", ha detto la donna, ipotizzando di venire scelta in futuro come affidataria. Lunedì, per la prima volta, Boettcher potrà fare visita al figlio, che ha già visto la madre Martina diverse volte.

Nella puntata di Quarto grado anche il memoriale della Levato. "Alexander non era in via Carcano per caso. Era lì perché gli ho dato appuntamento io, travolgendolo in una vicenda molto grave", scrive la donna, condannata a 14 anni insieme all'amante per l'aggressione.

"Non avevo intenzione di fare un danno a Pietro - si legge ancora nel memoriale, in cui la

Levato spiega come si fosse data appuntamento la sera del 28 dicembre 2014 con Andrea Magnani, che le aveva proposto l'utilizzo di sostanze caustiche - Volevo semplicemente spaventarlo". Le cose sono andate in un altro modo.

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