Coronavirus, contagi zero in Veneto. Arcuri: "Non è ancora finita"

Buone notizie anche dal Veneto, dove oggi non sono stati registrati nuovi contagi o decessi da Covid-19. Il commissario Arcuri però avverte: "L'emergenza finirà solo quando avremo un vaccino"

Coronavirus, contagi zero in Veneto. Arcuri: "Non è ancora finita"

Continuano ad arrivare buone notizie per quanto riguarda la situazione Coronavirus in Italia. Per la prima volta dall'inizio dell'incubo, infatti, la regione Veneto, una delle zone maggiormente colpite dalla malattia, non ha registrato alcun contagio o decesso. Il numero delle persone contagiate rimane fermo a 19.183, così come quello dei morti (1.954). Dati che il governatore Luca Zaia ha riportato nel corso della giornata di oggi, donando una nuova speranza ai suoi cittadini.

Malgrado i risultati incoraggianti che arrivano da numerose regioni italiane, il commissario Domenico Arcuri invita tutti a non abbassare la guardia ed a non dimenticare la tragedia vissuta dal nostro Paese. Intervenuto durante la trasmissione "Mezz'ora in più" in onda su Rai3 e diretta da Lucia Annunziata, il commissario straordinario ha infatti voluto lanciare un ammonimento: "Non dobbiamo credere che questa emergenza sia finita", ha dichiarato."L'emergenza finirà solo quando verrà scoperto il vaccino e quando sarà prodotto in maniera sufficiente per rendere immuni tutti i cittadini che devono esserlo".

"Gli italiani sono stati straordinari e con i loro comportamenti hanno permesso di uscire dal lockdown e di iniziare una nuova fase", ha proseguito Arcuri. "Ora dobbiamo continuare ad essere responsabili capendo che ci è richiesta la stessa responsabilità che avevamo nel passato. Se saremo responsabili potrà esserci una recrudescenza ma sarà contenuta. Confido nella responsabilità degli italiani".

La situazione in Italia è molto migliorata rispetto ad alcuni mesi fa, ed i numeri ne sono la riprova: "Abbiamo più del doppio dei posti in terapia intensiva, abbiamo un numero largamente sufficiente di Dpi. Il problema sui tamponi e sui reagenti è stato risolto: sono stati eseguiti 40 mila tamponi al giorno dall'inizio dell'emergenza", ha riferito il commissario straordinario. Per evitare una recrudescenza dei contagi da Coronavirus, bisognerebbe "cominciare a dare la caccia agli asintomatici con una strategia nazionale, che in una fase come questa sono più importanti di chi il virus ce l'ha".

Attualmente il nostro Paese è in grado di eseguire all'incirca 92mila tamponi al giorno, ha spiegato Arcuri. "I test molecolari sono l'unica vera componente per dire se c'è contagio oppure no e su questo bisognerebbe fare la caccia agli asintomatici. Oggi su questo siamo meno impreparati di come eravamo a marzo, dunque dobbiamo prepararci e in questa fase accelerare". Così come per le mascherine, anche per i test il commissario ha pensato a costi calmierati, così da "far pagare un prezzo accettabile".

Quanto alle critiche ricevute nel corso dell'emergenza, Arcuri le ha definite come "lontane dalla realtà". "La gestione pubblica dell'emergenza è stata oggetto di numerosi apprezzamenti e di critiche", ha commentato il commissario. "Mi permetto di dire che le critiche avevano due difetti: non consideravano il tempo ed erano spesso distanti dalla realtà. Nelle prime notti eravamo disarmati. Io dovevo decidere dove regalare la vita e dove far rischiare la morte. Questa esperienza non si deve più ripetere", ha aggiunto.

Buone parole anche per la App Immuni, realizzata per evitare il diffondersi dei contagi da Coronavirus ed oggetto di numerose

critiche. "È una componente molto utile della strategia di queste settimane. Il tracciamento è essenziale. Ad oggi sono 2 milioni di italiani ad averla scaricata. Consiglio a tutti i cittadini di scaricarla".

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