La curva dei contagi ha raggiunto il picco. O meglio, il "plateau", come lo ha chiamato il presidente dell'Istituto superiore di Sanità (Iss), Silvio Brusaferro, durante la conferenza stampa di ieri. La pandemia da nuovo coronavirus, infatti, non ha raggiunto una punta, ma "un piano da cui ora noi dobbiamo scendere". La curva si è appiattita e, probabilmente, nei prossimi giorni inizierà la discesa. Si parla dell'andamento dei contagi perché quello della mortalità è più "indietro": "La mortalità- spiega il presidente dell'Iss-è un evento che censiamo oggi su un caso di infezione arrivata 2 settimana fa".
Sull'incremento dei casi positivi, invece, la percentuale scende. Buono anche il dato dei ricoveri. Segno che siamo arrivati alla stabilizzazione, da cui ora la curva dovrebbe scendere. E se il dato dei nuovi casi positivi è molto variabile e dipende dal numero dei tamponi effettuati, quello dei ricoveri in ospedale conferma un rallentamento della pandemia.
Secondo i dati comunicati ieri in conferenza stampa da Angelo Borrelli, capo della protezione civile e commissario straordinario per l'emergenza, i casi attualmente positivi (esclusi guariti e deceduti) sono passati da 75.528 a 77.635, mentre i casi totali hanno raggiunto i 105.792, con un aumento del 3,98%. Ancora alto il numero delle vittime: solo ieri sono morte 837 persone e, in totale, i deceduto dall'inizio dell'emergenza sono 12.428, in attesa di conferma. "Vediamo un importante calo dell'incremento dei ricoverati, da 1.276 il 26 marzo a 409 ieri a 397 oggi, e lo stesso in terapia intensiva, dai 120 del 26 ai 42 di oggi", ha specificato Roberto Bernabei, geriatra del policlinico Gemelli di Roma e componente del comitato tecnico scientifico sull'emergenza coronavirus. E ha aggiunto: "È una fotografia generale dell'andamento e di come il sistema ospedaliero fa fronte a questi numeri, che sono in via di contenimento".
I dati fanno pensare a un avvicinamento all'attesa crescita zero, il giorno in cui non ci sarà nessun nuovo caso. Ma, avvisa Bernabei, parlando con il Messaggero, non avverrà in tempi rapidi. "Non mi sembra realistico- ha detto- ipotizzare un azzeramento dei contagi per metà maggio, come letto in alcuni studi". E ha avvisato: "Credo che fino a luglio avremo a che fare con il virus". Non per questo, però, bisognerà prolungare il lockdown fino all'estate. Il comitato tecnico scientifico, infatti, sta lavorando ai possibili passi per una riapertura graduale.
Secondo l'esperto, fino a luglio, non ci libereremo del coronavirus: "Siamo arrivati a 20 giorni da quando è iniziata la stretta, per questo sarà importante valutare i nuovi dati che arriveranno nelle prossime ore per arrivare a una previsione più dettagliata".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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