Manca meno di una settimana al 4 maggio, data in cui diventerà esecutivo il nuovo Dpcm recante "misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19, applicabili sull'intero territorio nazionale" (qui il testo integrale del documento).
La parola d'ordine resta sempre la stessa: prudenza. Chi si aspettava un 'rompete le righe' avrà da ricredersi in quanto, in barba ai pronostici più rosei, continueranno ad essere imposte le misure di distanziamento sociale col divieto assoluto di assembramenti. Cionostante, il decreto prevede un 'allentamento soft' delle restizioni relative alla mobilità, all'interno delle singole Regioni, e per la celebrazione di matrimoni. Piccoli passi verso il ritorno normalità che, sebbene non segnino la svolta definitiva dopo il lungo lockdown, lasciano intravedere la luce alla fine del tunnel.
Gli spostamenti nelle Regioni
Il nuovo Dpcm, varato alla data del 27 aprile 2020, garantisce al singolo individuo gli spostamenti all'interno dei confini regionali a condizione che vi siano "comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità". Nello specifico, i motivi per i quali sarà consentito allontanarsi dalla propria abitazione sono: problemi di salute, impegni lavorativi, urgenze impellenti e visite ad un familiare o congiunto "purche' venga rispettato il divieto di assembramento e il distanziamento interpersonale di almeno un metro e vengano utilizzate protezioni delle vie respiratorie". Inoltre, sarà nuovamente possibile rientrare presso il proprio domicilio o residenza dopo l'altolà imposto con il decreto del 22 marzo. Per spostarsi da un comune all'altro sarà necessario munirsi di autodichiarazione che verrà convalidata successivamente da un operatore di polizia. Ovviamente, resta il divieto assoluto di spostamento per le persone
con sintomatologia da infezione respiratoria e febbre (maggiore di 37,5° C) che "devono rimanere presso il proprio domicilio e limitare al massimo i contatti sociali, contattando il proprio medico curante" e per coloro i quali sia stata accertata la positività al Covid-19 e sottoposti alla misura di quarantena. Resta invece il divieto "a tutte le persone fisiche di trasferirsi o spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, in una regione diversa rispetto a quella in cui attualmente si trovano, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute". Ulteriori misure relative alla mobilità restano a discrezione dei governatori regionali e ai sindaci che, pertanto, potranno dare seguito a specifici provvedimenti territoriali laddove ritengano opportuno intervenire.
I matrimoni
Le celebrazioni dei matrimoni, a fronte del nuovo decreto, non sono più vietati ma la norma inibisce le cerimonie pubbliche, civili e religiose al fine di evitare assembramenti che siano occasione di contagio virale. Il Dpcm 27 aprile prevede, infatti, l'officiatura delle unioni coniugali alla sola presenza degli sposi, del celebrante e dei testimoni. "Ovunque il rito si svolga alla sola presenza dei nubendi e dei testimoni e siano rispettate le prescrizioni sulle distanze tra i partecipanti - recita il testo - esso non è da ritenersi tra le fattispecie inibite dall'emanazione delle norme in materia di contenimento dell'attuale diffusione epidemica di Covid-19".
A darne comunicazione è anche il sottosegretario della Conferenza Episcopale Italiana, il cardinale Gualtiero Bassetti, con una nota a mezzo stampa: "Il Ministero dell'Interno conferma che non rientrano nel divieto normativo le celebrazioni liturgiche senza il concorso dei fedeli e limitate ai soli celebranti e agli accolti necessari per l'officiatura del rito". Dunque, via libera ai matrimoni ma senza festa.
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