L’Italia nel vortice degli effetti del coronavirus. È questa una fase alquanto delicata per conoscere l’evoluzione dell’emergenza sanitaria che nel giro di poco più un mese ha avuto effetti devastanti su tutto il territorio nazionale, con maggiore concentrazione nelle regioni del Nord. Adesso i riflettori sono accesi sugli effetti che la malattia sta causando anche nelle città meridionali. Ogni giorno vengono pubblicati i bollettini sanitari che parlano di nuovi numeri di contagio, di decessi ma anche di chi, per fortuna, ne è uscito indenne.
Tutto è divenuto una continua attesa, uno sperare che gli sforzi posti in essere fino a questo momento possano dare i primi risultati confortanti. L’Italia si trova ancora dentro l’ondata piena degli effetti devastanti determinati dal Covid-19 e mentre da una parte si lotta per debellare un virus di cui poso si sa, dall’altra si inizia a lottare anche contro un altro effetto da non ritenere meno importate: la povertà. Già, perché se da una parte è assolutamente necessario rimanere in casa come prima forma di difesa, come tra l’altro prevede il decreto del presidente del consiglio dei ministri, dall’altra parte si inizia a fare i conti con gli effetti che tutto ciò sta determinando dal punto di vista economico ai danni di numerose famiglie.
Diversi nuclei familiari sono stati messi in ginocchio per via della chiusura di molte attività commerciali ed imprenditoriali e per lo stop ai lavori dai quali, buona fetta della popolazione, in assenza di un impiego stabile, riusciva a riscuotere singole entrate quotidiane. Rimanere in casa ha determinato un cambio di abitudini per coloro i quali hanno la possibilità di adottare la formula dello smart working, per chi invece non può usufruire di questa modalità per evidenti ragioni legate al tipo di lavoro, i danni economici stanno dando luogo a problemi di non poco conto. A risentirne maggiormente sono i “nuovi” disoccupati e quelle persone che, già prima che accadesse tutto questo, versavano in precarie condizioni economiche.
In questi giorni scanditi dagli effetti della pandemia, il numero dei poveri sembra proprio triplicarsi. Le richieste di aiuto da parte dei singoli individui e delle famiglie meno fortunate, sono aumentate in maniera esponenziale e, l’andamento della situazione generale, non lascia presagire nulla di buono per i prossimi giorni. Preoccupanti sono poi gli effetti nella provincia di Agrigento, ovvero quella stessa città che occupa l’ultimo gradino della classifica nazionale per “qualità della vita”.
A lanciare un appello che evidenzia una situazione preoccupante è l’associazione “Volontari di Strada” che da anni si occupa nel territorio provinciale di dare risposta alle richieste dei più poveri. I componenti l’associazione stanno ricevendo in questo periodo centinaia di telefonate da parte di persone che fino ad ora non avevano mai chiesto aiuto. Si tratta proprio di quei soggetti che a seguito di questa situazione non riescono più a portare in casa nemmeno quei pochi euro necessari per mettere un piatto di pasta sulla tavola. Nuclei familiari numerosi con figli a carico da sfamare, ragazze madri che non riescono a gestire questa situazione di emergenza, solo per citare alcune situazioni.
“Se in un primo momento di questa crisi sanitaria l’associazione era riuscita ad aiutare le persone in difficoltà, adesso tutto è divenuto più difficile”. Ci dice così Alfonso Cartannilica uno dei componenti dell’associazione di volontariato che prosegue: “Le motivazioni sono diverse, come ad esempio la difficoltà nel reperire tutti i dispositivi di protezione personale per raggiungere non solo chi,con grande senso di solidarietà effettua le donazioni, ma anche le stesse persone che chiedono aiuto. A contribuire a rendere il tutto più difficile sono anche le limitazioni agli spostamenti previsti nel decreto. Un mix di situazioni che sta aggiungendo problemi a problemi”. Appunto per questo motivo, nel frattempo i Volontari di Strada, hanno lanciato una raccolta fondi da destinare esclusivamente all’acquisto di generi alimentari.
Se gli agrigentini dovessero rispondere con generosità, le somme raccolte potrebbero essere assegnate a dei supermercati specifici ai quali potrebbero fare riferimento i destinatari delle raccolte. La situazione di povertà che si è venuta a creare rappresenta un nuovo allarme sociale in tutto il territorio nazionale.
Le città meridionali partono già in una posizione di svantaggio per pregressi motivi. Ma ciò non toglie che la difficoltà è evidente ovunque e la semplice generosità dei più fortunati non può essere l’unica forma di sostentamento per le famiglie che adesso fanno i conti con seri problemi economici.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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