La marea nera, secondo le autorità italo-francesi, sarebbe sotto controllo. Ma lo sversamento di idrocarburi dovuto alla collisione tra il portacontainer Virginia e il traghetto Ulysses, a nord della Corsica, ha prodotto una chiazza oleosa che continua a crescere. Lo conferma l'elaborazione di Greenpeace effettuata su immagini satellitari, secondo cui la marea nera è passata dagli 88 km quadrati dell'8 ottobre ai 104 del giorno dopo. La zona oggetto dello sversamento fa parte del Santuario dei Cetacei, un'area marina protetta di 87.500 km quadrati compresa tra Italia, Francia e Principato di Monaco.
"Questo è l'ennesimo disastro che avviene nel Santuario dei Cetacei. Recuperare gli idrocarburi dispersi è impossibile: se non si mettono a punto meccanismi efficaci per prevenire simili incidenti il Santuario dei Cetacei sarà sempre a rischio". L'ultima nota di Greenpeace non lascia spazio a dubbi. Lo sversamento in mare di varie centinaia di tonnellate di combustibile, seguito alla collisione avvenuta lo scorso 7 ottobre tra il portacontainer Virginia e il traghetto Ulysses, rischia di dare l'ennesima mazzata al patrimonio faunistico di questa zona del Mar Tirreno, dove vivono 12 specie di cetacei tra cui capodogli, delfini e balenottere.
Secondo l'associazione ambientalista, nel giro di 24 ore l'estensione della chiazza oleosa e maleodorante è aumentata di 16 km quadrati. Il combustibile finito in mare sarebbe di tipo IFO (Intermediate Fuel Oil), sostanza più leggera del "bunker" (combustibile semisolido) ma al tempo stesso più viscosa e per questo con un'elevata persistenza. Le autorità italo-francesi sono ancora al lavoro per separare le due navi e limitare la dispersione in mare del materiale. Finora le condizioni meteo sono state ottimali, ma per le prossime ore è annunciato un rapido peggioramento che potrebbe formare onde alte anche due metri.
"Dopo la Costa Concordia, la perdita di bidoni con sostanze pericolose al largo della Gorgonia, il naufragio del cargo turco Mersa 2 sull'Isola d'Elba, quest'ennesimo incidente ci conferma che il Santuario oggi è indifeso", ha commentato Greenpeace. Incidenti che mettono a repentaglio la vita degli animali che vivono in quest'angolo di Mar Tirreno, istituito nel 1991 come area naturale marina protetta di interesse internazionale.
Secondo Adnkronos, nel Santuario ogni anno 40 balene o balenottere vengono speronate e uccise dalle navi; molti i delfini vittime dei palangari, mentre l'inquinamento acustico prodotto da centinaia di navi mette in crisi i sistemi di localizzazione sonar dei cetacei. Senza contare che non ci sono divieti di pesca.
La situazione è monitorata, oltre che da Italia e Francia, anche dalla Commissione europea attraverso l'Agenzia per la sicurezza marittima.
Il ministro francese per la Transizione Ecologica, Francois De Rugy, ha rassicurato sul fatto che la situazione è sotto controllo. Ma il timore di un ulteriore, possibile allargamento della marea nera rimane molto forte.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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