Potrebbe, oltre a far discutere, anche creare un precedente importante la sentenza giunta ieri dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. In particolare infatti, i giudici hanno assolto la Spagna per due casi di rimpatri immediati avvenuti nel 2014.
I fatti risalgono a sei anni fa: in quell’occasione, le autorità spagnole hanno provveduto a riportare immediatamente in Marocco due migranti che erano riusciti ad entrare nella città di Melilla. Quest’ultima, insieme a Ceuta, costituisce un’enclave spagnola in territorio marocchino da sempre costretta a convivere con il fenomeno migratorio.
Chi arriva a Ceuta od a Melilla entra in un territorio a tutti gli effetti spagnolo e, di conseguenza, europeo. Un pezzo di vecchio continente quindi posizionato in Africa, il quale ovviamente fa gola a tutti coloro che vorrebbe raggiungere l’Europa.
La Spagna ha investito diverse somme negli ultimi anni per migliorare la sicurezza lungo i confini e rinforzare i controlli, così come da Madrid più volte sono giunte indicazioni di attuare immediati rimpatri nei casi ritenuti più pericolosi.
Ed è quanto accaduto nell’episodio in questione. In particolare, come detto, le autorità iberiche avevano rintracciato due persone che erano riuscite a passare il confine. Subito dopo per loro è scattato l’immediato rimpatrio in Marocco. Ma questo ha suscitato critiche al governo di Madrid, allora retto dal popolare Mariano Rajoy, con la questione che è arrivata quindi alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.
Qui hanno prevalso adesso le ragioni della Spagna. Secondo i giudici le autorità di Madrid non hanno attuato violazioni nelle procedure, il respingimento è stato quindi legale e giustificato dalla situazione riscontrata dalle autorità stesse: “I due migranti si erano messi in una situazione illegale – si legge in un passaggio della sentenza della Corte Europea – e avevano tratto vantaggio dal gruppo numeroso in cui si trovavano e dall'uso della forza”.
Dunque, nulla di irregolare e tutto nella norma: due persone stavano eludendo i controlli per entrare irregolarmente in un altro territorio e le autorità hanno provveduto al loro rimpatrio. Nel 2017 però, la stessa Corte aveva dato un parere opposto ed aveva condannato la Spagna per quanto attuato. Il governo di Rajoy aveva però fatto ricorso, vinto nelle scorse ore dopo la nuova pronuncia dei giudici.
La sentenza ha comunque suscitato reazioni di ordine politico. E questo anche nel nostro paese, dove è intervenuto nelle scorse ore l’ex ministro dell’interno Matteo Salvini: “La Corte Europea dei Diritti Umani – si legge in un post pubblicato su Facebook dal segretario del carroccio – ha stabilito che la Spagna può respingere direttamente in Marocco i clandestini che scavalcano le barriere a Melilla. Intanto, in Italia, un ministro dovrà finire a processo per aver difeso i propri confini. Pazzesco”.
Il riferimento di Salvini è al recente via libera del Senato al processo sul
caso Gregoretti, il cui procedimento vedrà l'ex ministro accusato di sequestro di persona per aver negato lo sbarco di alcuni migranti a bordo della nave Gregoretti della Guardia Costiera nel luglio 2019.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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