La Spagna è stata condannata dalla Corte europea dei diritti umani a pagare cinquemila euro a testa a due migranti, a titolo di risarcimento, che erano stati respinti in Marocco alla frontiera fortificata della città di Melilla, énclave di Madrid in terra d'Africa.
I due, rispettivamente provenienti dal Mali e dalla Costa d'Avorio, nel 2014 erano stati sorpresi a tentare di oltrepassare clandestinamente la barriera confinaria fra i due Paesi e quindi erano stati subito riammessi in territorio marocchino.
Gli avvocati di Madrid avevano tentato di argomentare che l'espulsione era avvenuta fuori dal territorio spagnolo, in terra marocchina e che pertanto non poteva essere considerata una violazione della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, sul cui rispetto vigilano appunto i giudici di Strasburgo.
Secondo la Corte che dipende dal Consiglio d'Europa - e non dall'Unione Europea o da una qualsiasi delle sue istituzioni - "non è necessario stabilire se i due uomini si trovassero o meno sul territorio spagnolo dato che dal momento che sono scesi dalle barriere sono stati sotto l'esclusivo controllo delle forze dell'ordine spagnole".
Bisogna notare come questa sentenza potrebbe porre un precedente giuridico di notevole rilievo, considerando soprattutto che i due africani sono stati sorpresi a scavalcare le barriere insieme
a decine di altre persone. E che il numero di chi tenta di entrare in Spagna attraverso Ceuta e Melilla continua a crescere con un ritmo tale da aver spinto il governo centrale a investire diversi milioni nel rafforzamento e nel potenziamento del muro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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