Ora, la mia domanda è molto semplice: potrà il Partito democratico evitare di essere parte di un governo antisemita e anche promotore dell'appeasement con l'Iran, l'unico Paese del mondo che ripete senza tregua che il suo scopo è distruggere un altro Stato membro dell'Onu, appunto Israele? I leader democratici da Renzi in poi non hanno questo vizio, anzi, hanno dimostrato simpatia per Israele, che difende la democrazia nonostante sia martoriato dal terrorismo palestinese e minacciato di morte. Non così però per il suo partner, il M5s, che pratica la forma più corrente di antisemitismo: l'odio contro Israele, secondo la definizione internazionale (Ihra, Working Definition of Antisemitism) ormai adottata da 31 Stati.
L'antisemitismo è un buon concime populista. I gilet gialli in Francia ne hanno fatto una bandiera e hanno assalito fisicamente il filosofo ebreo Alain Finkelkraut. L'odio antiebraico è una loro bandiera. Ma il 5 febbraio scorso, il neoministro degli Esteri Di Maio li ha incontrati. Perché il populismo confonde, secondo la migliore tradizione fascista e comunista, l'odio per gli ebrei con quello per i padroni, gli sfruttatori, la burocrazia, l'élite ladra... In Inghilterra Corbyn, altro esempio di antisemitismo populista, si è dichiarato caro amico del movimento terrorista Hamas. Corbyn è un antisemita attivo, nega la Shoah, finanzia il negazionismo; e l'incitamento antisraeliano è moneta corrente nel suo onorevole partito.
Il M5s è impregnato di ignoranza e luoghi comuni sul Medio Oriente: durante la sua visita in Israele nel 2016 con Manlio Di Stefano e Ornella Bertorotta, Di Maio mise in scena un'accanita insistenza per visitare Gaza, come ignorando che da là provengono missili e attacchi terroristi. Parve davvero che Hamas e gli jihadisti fossero l'unico vero oggetto amichevole della sua visita. E concluse dicendo che lui avrebbe certamente riconosciuto lo Stato di Palestina. Forse il M5s non ha spinto per farlo perché Matteo Salvini ha fatto barriera. Vedremo i dem.
Oggi va ricordato che il neoministro dell'Istruzione Lorenzo Fioramonti, professore di Economia politica all'Università di Pretoria, che secondo Stefano Piazza di Informazione corretta è «uno dei tanti teorici che alimentano i siti web complottisti dove si sono formati anche l'ex sottosegretario Manlio Di Stefano e il senatore Elio Lannutti» abbandonò un convegno in Sud Africa perché era presente l'ambasciatore d'Israele. Poi cercò di rimangiarsi il gesto, ma scrisse anche che «il boicottaggio a Israele è la chiave per aiutare la causa di una pace equa e sostenibile in Medio Oriente». Come può il Pd sopportare che quest'individuo stia all'Istruzione?
Il M5s sciorina di continuo la sua ignorante e razzista visione di Israele: capitalista, imperialista, oppressore...
Le parole dei leader e dei militanti grillini sono tutte simili: criminalizzazione di Israele, simpatia per i Palestinesi, per i terroristi, per il boicottaggio. Si chiama antisemitismo.Ora, Zingaretti come pensa di affrontare questo problema?
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