L'ex nunzio apostolico negli Stati Uniti Carlo Maria Viganò - quello del memorandum tramite cui ha domandato le dimissioni di Papa Francesco per via del caso McCarrick - ne è sicuro: il cardinale Re, nuovo decano del collegio cardinalizio, è in realtà una figura secondaria. Il tutto va interpretato in relazione ai pesi ed ai contrappresi presenti nell'assemblea dei cardinali.
Perché la "nomina effettiva" - come la chiama Viganò .- è quella che riguarda il vice di Re, ossia il cardinale Leonardo Sandri, che in linea teorica sarebbe appunto il vice decano. Ma il porporato argentino, che è annoverabilie tra i progressisti, potrebbe essere il perno del Conclave che eleggerà il successore di Bergoglio. Tra i compiti del decano, del resto, c'è anche la convocazione della riunione che ha il diritto e il dovere di esprimersi per il successore di Pietro. La maggioranza assoluta dei cardinali è già, grazie agli ultimi concistori, "bergogliana". Nel senso che il pontefice regnante ha scelto il 50% più uno dei "principi della Chiesa". Qualcuno, che ancora ha il diritto di votare, è in "quota" Ratzinger. Pochissimi ormai provengono dal pontificato di Giovanni Paolo II. E questo può rappresentare una fattore prospettico decisivo. Se non altro perché l'ipotesi di un altro pontefice "progressista" può trovare corrispondenza numerica.
Carlo Maria Viganò, che non è mai banale, ha attaccato Sandri, nonostante abbia pure sottolineato l'amicizia che è intercorsa tra lui e l'argentino. L'accusa più diretta, stando pure a quanto si può apprendere dal blog di Marco Tosatti, è la seguente: "Purtroppo per lui, anche Sandri si lasciò coinvolgere da Sodano in questa operazione di copertura degli orribili misfatti di Maciel". La questione è datata. Il cardinal Angelo Sodano, ex decano, è stato chiamato in causa per delle presunte coperture che avrebbe messo in campo in difesa di padre Maciel, fondatore dei Legionari di Cristo, poi riconosciuto autore di abusi sessuali. E il cardinal Angelo Sodano è rimasto tra le alte sfere del Vaticano sino a una delle ultime riforme di Jorge Mario Bergoglio, che ha ridimensionato la durata dell'incarico del cardinale decano, accettando in contemporanea le dimissioni dell'ecclesiastico italiano, che è stato anche segretario di Stato con Benedetto XVI. Il decano adesso non è una figura a vita. Al limite, Il Papa può decidere di rinnovare il mandato per un quinquennio in più, oltre quello effettivo.
Poi Viganò ha pure aggiunto qualche aneddoto: "I Legionari di Cristo non mancarono di manifestare a Sandri la loro riconoscenza. In occasione del pranzo tenutosi nell’atrio dell’aula Paolo VI in onore dei cardinali creati nel concistoro del 24 novembre del 2007, fra i quali Sandri, rimasi sconcertato quando quest’ultimo mi anticipò quanto stava per comunicare di lì a poco a Papa Benedetto andandogli incontro mentre faceva il suo ingresso: “Santo Padre, mi scuserà se non resto per il pranzo, ma sono atteso da cinquecento miei ospiti dai Legionari di Cristo".
Padre Maciel e gli altri, insomma, avrebbero manifestato riconoscenza. Un atteggiamento derivante da quello che Sandri avrebbe fatto per coprire gli abusi. E ora Sandri può svolgere un ruolo decisivo nel prossimo Conclave.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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