Un altro concistoro per rafforzare l'idea della "Chiesa in uscita". Altri tredici cardinali selezionati dal Papa per segnare il futuro della Chiesa cattolica, dunque del cattolicesimo. Jorge Mario Bergoglio pensa pure all'avvenire del soglio di Pietro. Lo ha detto lo stesso pontefice durante una recente intervista. E futuro vuol dire anche Conclave. L'ex arcivescovo di Buenos Aires aveva già creato una maggioranza di cardinali elettori, ma tra poco i porporati "bergogliani" saranno ancora di più. Si tratta di comprendere come si svolgerà il concistoro: la pandemia non aiuta. Possibile che la cerimonia si svolga con qualche adattamento dovuto alle norme previste per questa complessa fase. Ma gli accenti posti in queste ore non riguardano tanto l'organizzazione dell'evento in sé quanto i protagonisti.
I porporati che verranno creati corrispondono all'idea di Chiesa che Francesco sta portando avanti sin dall'inizio del regno. Viene "premiato" chi non se lo aspetta. E il criterio muove spesso dalla concretezza della pastorale promossa. La tradizione può aspettare o essere abbandonata, a seconda delle interpretazioni. Di sicuro ai nuovi tredici cardinali - com'è ormai prassi - non è stato anticipato niente. In queste ore, poi, c'è un altro aspetto che viene sottolineato.
Tre di questi porporati, infatti, sono stati etichettati come "vicini alla comunità Lgbt". La definizione è opera del vaticanista americano Edward Pentin, come ripercorso da La Verità. I conservatori non nascondono il loro pensiero (e le loro rimostranze): Bergoglio starebbe premiando la "sinistra ecclesiastica". Anche quella vicina alle istanze di quelli che Benedetto XVI chiamava (e chiama) "nuovi diritti". Le polemiche sollevate per via dell'apertura sulle "unioni civili" non sono finite nel dimenticatoio. In Vaticano e dintorni esisterebbe una frangia di alti ecclesiastici convinti della necessità di un "ponte" - come direbbe il consulente per la Comunicazione James Martin - tra l'Ecclesia e quella comunità. Una frangia che Bergoglio non starebbe affatto relegando ad un ruolo minoritario, anzi.
Nomi non se ne fanno, ma si può presumere che Wilton Gregory, che è stato da poco incaricato presso l'arcidiocesi di Washington, non sia poi così contrario al nuovo corso. Sarà il primo cardinale afroamericano della storia. E Gregory si è distinto in queste settimane pure per la campale battaglia per le presidenziali americani, dove consacrati progressisti e conservatori non si sono risparmiati. Tra cardinali che segnalavano come Biden, in quanto abortista, non dovesse ricevere la comunione e punte di diamante della "Chiesa in uscita" come Gregory e Martin schierati apertamente contro Trump, il confronto statunitense è stato un banco di prova per la Chiesa americana. Si pensa che anche un futuro cardinale italiano, monsignor Marcello Semeraro, sia un aperturista in materia di diritti Lgbt. Del resto questo è il pontiticato durante cui la Chiesa tedesca sta cercando di modificare dottrina (e quindi Catechismo) sul punto specifico e non solo.
Tornando per un attimo ai fatti americani: il Papa ha già telefonato a Joe Biden. In Vaticano non si crede allora alla ventilazione del presidente uscente, secondo cui la partita, per via dei ricorsi presentati negli Stati chiave, sarebbe aperta. Trump non ha ancora riconosciuto la vittoria del candidato degli asinelli, mentre Bergoglio sì. Anche questo non convince molto il "fronte tradizionale", che si è "trumpizzato" nel corso di questi ultimi quattro anni, in specie per via delle politiche pro life e pro family promosse dal tycoon. La spaccatura, anche all'interno dell'assise cardinalizia, è evidente. Ma le previsioni non possono che raccontare un futuro sulla scia delle priorità individuate da papa Francesco. Come quei tre cardinali - sostengono sempre i tradizionalisti - dimostrano.
Partita chiusa? Non è un mistero che la speranza dei conservatori sia quella di convincere la cosiddetta palude, ossia una maggioranza silenziosa che non criticherebbe in maniera
aperta la linea attuale ma che serberebbe qualche dubbio in disparte, e senza dichiarazioni manifeste di contrarietà. Una fase di polarizzazione, in sintesi, che non interessa solo la politica, ma anche l'Ecclesia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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