Questa volta il Papa non sarà in piazza di Spagna per l'otto dicembre: niente atto di venerazione dell'Immacolata. La notizia è passata un po' in sordina, mentre il Vaticano ha affidato il tutto alla più classica delle note stampa.
La Chiesa cattolica, per via del Covid-19, è costretta a dei cambiamenti. Qualcuno intravede solo necessità, altri pensano che l'Ecclesia sta rinunciando al suo ruolo guida, in specie nel corso di una pandemia. La Pasqua scorsa ce la ricordiamo tutti: papa Francesco rimarrà nella storia per le sue iniziative spirituali di quel periodo. Ora però l'aria è diversa: la base cattolica francese, soprattutto, non sembra più disposta ad assecondare le decisioni calate dall'alto. Quelle che in Francia, secondo chi è sceso in piazza (e pure per il pensiero dell'episcopato) minerebbero la libertà di culto. E le funzioni religiose restano pur sempre "emergenze spirituali".
In Italia il clima non è così acceso ed il Vaticano non è incardinato a Parigi: è normale che da queste parti la base non si agiti per le restrizioni come accade Oltralpe? Intanto la Santa Sede ha deciso: niente otto dicembre, almeno non quello cui la tradizione ci aveva abituati. Per la Messa di Natale si vedrà. Sì, ma perché? C'è un retroscena sull'Immacolata a Roma? Qualche fedele ipotizza che sarebbe bastato chiudere piazza di Spagna. Del resto esiste chi ha la facoltà di restringere il campo per un po' di tempo. "Ma no - ci dicono, sussurrando in anonimo dalle mura leonine - non c'è un retroscena sull'8 dicembre". E allora perché? "Non è stato il Papa a decidere: sono il Covid-19 e gli assembramenti ad aver deciso". Quindi non esiste un retropensiero, tantomeno un disegno: Bergoglio non ha fornito un assist al governo, che nel frattempo deve trattare pure col nostro di episcopato, con in oggetto l'orario delle Messe di Natale. Insistiamo sull'eventuale retroscena ma niente: "Non sarebbe stato possibile delimitare piazza di Spagna e poi le persone si sarebbero comunque accalcate per guardare". Buon senso, dunque, e nulla più.
Non tutti ci stanno, questo va detto. Un sacerdote che abbiamo interpellato ha esordito dicendo di non voler essere tentato. Nessuna spiegazione sul perché dell'annullamento. Qualche dissapore però lo abbiamo percepito. Qualcosa comunque avverrà: "Il prossimo 8 dicembre il Santo Padre Francesco compirà un atto di devozione privato, affidando alla Madonna la città di Roma, i suoi abitanti e i tanti malati in ogni parte del mondo". E ancora: "La scelta di non recarsi nel pomeriggio in Piazza di Spagna per il tradizionale Atto di venerazione dell'Immacolata è dovuta alla perdurante situazione di emergenza sanitaria e al fine di evitare ogni rischio di contagio provocato da assembramenti", hanno fatto sapere dalla Santa Sede, come ripercorso dall'Ansa. Un pontefice "ingabbiato", come nella biblioteca delle udienze del mercoledì durante il primo lockdown. Un Santo Padre che sarebbe andato volentieri in piazza di Spagna per l'otto dicembre ma che non può. Questa è l'unica verità che trapela, prescindendo dall'opinione dei fedeli.
Un altro sacerdote si nasconde meno: "Dica che un prete piangendo ha chiesto di essere esentato dal rispondere". In che senso, ribattiamo: "Si tratta già di una risposta", ha replicato l'interpellato. Il fatto è che alcuni cattolici proprio non vogliono che la Chiesa rinunci alla sua presenza fisica per via della pandemia. Ma sappiamo quanto la scienza sia entrata di diritto tra le materie tenute in forte considerazione dal Vaticano, e sarebbe stato forse strano il contrario, ossia una Chiesa che non tenesse conto della situazione in cui siamo, quasi come se questa fosse una pandemia medioevale. Qualcosa è cambiato - questo sì - e non a tutti va bene. Non sono questi i tempi delle processioni in piazza. E non è neppure il caso - come i chierici avrebbero fatto in passato - di edificare santuari in grado di difendere le persone dal "morbo". Tanti culti sono nati così nelle epoche precedenti.
Tra chi percepisce questo genere di scelte come una specie d'ingiustificato nascondimento e chi interpreta tutto sulla
base di una necessità sanitaria che non può non essere prioritaria, la Chiesa sta cambiando. E il dibattito su questo punto non esiste, in Vaticano e fuori. C'è chi non vorrebbe che accadesse, ma questo è un altro discorso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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