Il Covid-19 non molla la presa sull'Italia. Stando a quanto emerso dalla bozza di monitoraggio settimanale Iss-ministero della Salute, l'incidenza aumenta ancora e raggiunge 176 casi per 100mila abitanti (la scorsa rilevazione segnava 155). Invece l'Rt è in lieve calo (da 1,20 a 1,18) ma si trova comunque al di sopra della soglia pandemica (range 1,06-1,24). Viene registrato inoltre l'aumento dei valori ospedalieri (anche se nel complesso sotto la soglia che comporta il passaggio in zona gialla) con il tasso di occupazione delle aree mediche che arriva al 10,6% (dal 9,1% della scorsa settimana) e quello delle terapie intensive pari all'8,5% (da 7,3%).
L'Italia cambia colore
Il nostro Paese si prepara così a cambiare la mappatura dei colori, con 20 Regioni che risultano essere a rischio moderato e altre per cui potrebbe scattare l'allarme. Solo il Molise è a rischio basso. Da lunedì la Calabria entrerà in zona gialla, dopo aver superato tutti e tre i parametri che portano al cambio di colore: l'incidenza (a 119 con un limite di 50), i ricoveri ordinari (16,8% contro il 15%) e le terapie intensive (11,8% rispetto al paletto del 10%). La Calabria dunque raggiungerà Friuli Venezia Giulia e Bolzano.
Anche la provincia autonoma di Trento - con il 14,9% di occupazione per l'area medica e il 16,7% per le terapia intensiva - è a un passo dalla zona gialla, ma dovrebbe comunque salvarsi per poco almeno questa settimana. Anche altre Regioni però temono il prossimo monitoraggio tra sette giorni, visto che rischiano di subire restrizioni e limitazioni in occasione delle festività di Natale. Preoccupano la Liguria con le intensive al 12,4% e i ricoveri ancora sotto soglia al 13,6%; le Marche rispettivamente al 14,8% e all'11,6%; il Veneto con il 12,4% di intensive e il 12,1% di ricoveri. Vedono avvicinarsi le soglie anche il Lazio (con il 9,6% di intensive e il 12,1% di ricoveri) e la Lombardia (8,9% e 13,6%).
Calabria in zona gialla
Per la Calabria da lunedì cambierà davvero poco: a parte l'obbligo di mascherina per tutti anche all'aperto, le restrizioni sono previste esclusivamente per chi non è vaccinato. Il presidente Roberto Occhiuto in un'intervista a Il Foglio ha tenuto a precisare che il passaggio in zona gialla è da imputare a un "deficit strutturale", anche perché "non è facile colmare i ritardi derivanti da 12 anni di commissariamento della sanità, nei quali né si è ridotto il debito, né si è aumentata la qualità delle prestazioni".
Il piano del governo
Nel frattempo il governo inizia a mettere sul tavolo tutte le ipotesi possibili per non farsi trovare impreparato qualora la variante Omicron dovesse prendere piede in Italia. L'esecutivo potrebbe decidere di prolungare lo stato di emergenza con l'orizzonte del 31 marzo o del 30 aprile, ma le divergenze nella maggioranza potrebbero pesare: ad esempio Forza Italia e la Lega non vorrebbero forzare la mano. Inoltre, come scrive Pasquale Napolitano su ilGiornale in edicola oggi, lo stesso premier Mario Draghi avrebbe una posizione prudente in merito.
Le nuove iniziative però non finirebbero qui.
Secondo La Stampa, il governo starebbe valutando pure la possibilità di estendere il super green pass in tutti i luoghi di lavoro nel caso in cui il quadro epidemiologico dovesse peggiorare. Sarebbe una sorta di obbligo di vaccinazione per i lavoratori, visto che il nuovo certificato verde rafforzato viene rilasciato solamente ai vaccinati o ai guariti dal Covid-19.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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