A dispetto di quanto si possa ipotizzare e prevedere sull'andamento autunnale della pandemia da Covid-19, l'Istituto Superiore di Sanità mette le cose in chiaro e spegne da facili entusiasmi. "Il grado di prevedibilità di un'epidemia dipende molto dalla gravità dell'infezione. Nel caso di SARS-CoV-2, per questi motivi è al momento estremamente complesso fare delle previsioni sull'andamento dell'epidemia".
Cosa dice il nuovo documento dell'Iss
Ma quali sono questi "motivi"? "Una previsione richiede, oltre a conoscere i parametri della storia naturale del patogeno, di conoscere in anticipo e in termini quantitativi tutti gli eventi che possono influire sulla futura dinamica epidemica": insomma, anche i nostri esperti mettono nero su bianco la difficoltà nel prevedere l'evoluzione e la piega che prenderà la pandemia nel prossimo futuro nonostante la campagna vaccinale e nonostante il "nemico" si conosca già da quasi due anni. Purtroppo non basta. La pubblicazione dal titolo "Previsioni, scenari, proiezioni: come si anticipa l’andamento dell’epidemia" spiega come, per poter stilare una previsione il più possibile completa, possono essere di particolare rilevanza gli interventi di distanziamento sociale che verranno adottati (quali e quando), la copertura vaccinale che progressivamente si raggiungerà e il comportamento individuale dei cittadini. "Questi fattori possono essere più o meno determinanti a seconda dell'epidemia che si sta analizzando".
"Non confondere analisi e previsioni"
Nel caso in cui siano in ballo diverse opzioni di intervento per fermare una pandemia, grazie alla "analisi di scenario" si possono individuare gli interventi in grado di mantenere la circolazione del virus sotto controllo con alta probabilità di successo e fornire stime del rischio epidemico che, però, non garantiscono comunque il pieno controllo dell'epidemia. "In generale, nel valutare retrospettivamente la qualità delle analisi di scenario, è bene non confonderle con delle previsioni", sottolinea l'Iss. La materia è complessa: oltre a valutare quali sono stati gli interventi concreti per fermare il Covid, bisogna poi verificare se ci sono degli scenari che ipotizzavano quanto poi è effettivamente avvenuto nella realtà: in caso affermativo, fare un confronto tra epidemia osservata e simulata in quello specifico scenario. Ad esempio, nell'aprile 2020 sono state condotte alcune analisi di scenario in previsione delle riaperture dove è stato stimato l'impatto possibile su alcuni parametri (ricoveri, decessi) corrispondente a diversi gradi di abbandono delle restrizioni. "Una proiezione è uno strumento solitamente utile nel breve periodo. Quando il periodo di analisi è particolarmente breve (per cui è lecito non attendersi modifiche sostanziali dei parametri in quel periodo), una proiezione può anche essere considerata come una previsione a breve termine", si legge sul sito.
Un esempio di proiezione è quella sull'occupazione dei posti letto ospedalieri (di area medica e terapia intensiva) che viene presentata nel monitoraggio settimanale sull'epidemia, in cui si assume che l'Rt rimanga costante e che non ci siano cambiamenti sostanziali negli altri parametri. Queste proiezioni a 30 giorni non possono essere interpretate come previsioni a breve termine. "Proiezioni dell'epidemia di SARS-CoV-2 sono state anche realizzate nell'estate 2020 per valutare il possibile andamento dell'epidemia in autunno. Gli interventi di mitigazione, ed in particolare il DPCM del 3 novembre 2020 che istituiva le zone gialle, arancioni e rosse, hanno permesso di limitare di molto l'impatto dell'epidemia", conclude.
Insomma, nonostante tutte le analisi e proiezioni possibili (che devono essere fatte), il Covid-19 rimane ancora un virus imprevedibile che rende difficile la vita di tutti a causa delle continue mutazioni. Ne verremo a capo? Anche questa domanda, probabilmente, è complicato da "prevedere".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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