Un datore di lavoro che richiedeva ai dipendenti cento euro, trattenute dalla busta paga, per poter continuare a lavorare e non essere quindi licenziati
È quanto emerso dalle indagini portate avanti dalla Guardia di Finanza di Torino che ha messo sotto la lente d'ingrandimento una società con oltre 20 sedi dislocate in tutta Italia e specializzata nella fornitura di servizi alberghieri. La stessa società, che opera in Lombardia, Piemonte, Trentino, alcune zone della Toscana fino all'alto Friuli vantava un corpo lavoratori di oltre mille dipendenti. Attraverso questa indagine i finanzieri sono venuti a conoscenza di un sottobosco insito nella stessa azienda, e soprattutto del rapporto che la stessa aveva con la previdenza dei propri dipendenti.
Un'indagine più accurata ha fatto emergere che la società non versava le ritenute previdenziali e ignorava ripetutamente le norme per la tutela del dipendente come il riposto obbligatorio oppure un ciclo di turni che fosse desse riposo ai dipendenti.
Totale assenza inoltre di comunicazione tra l'inizio e la cessazione di un contratto di lavoro, oltre ad un'evasione della tassa di soggiorno quantificabile in circa 10.000 euro.Soltanto a settembre scorso gli uomini delle Fiamme Gialle agirono a Messina dove emerse una situazione molto simile a quella di Torino. In quel caso erano circa 80 i dipendenti finiti sotto ricatto.
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