Il decalogo del fazzoletto (e dello starnuto)

Chi è molto raffreddato deve prestare attenzione ad alcuni comportamenti per non infastidire troppo i colleghi. Che altrimenti protesteranno con il classico "stattene a casa"

Il decalogo del fazzoletto (e dello starnuto)

Un semplice raffreddore non può costringerci a restare a casa, sotto le coperte e imbottiti di medicine. Normalmente si affronta, con più o meno spavalderia, andando normalmente a lavoro, magari bevendo qualcosa di caldo e vestendosi un po' più pesanti. Il problema, però, sono i colleghi di lavoro, quelli che, vedendoci e sentendoci starnutire, possono preoccuparsi per la loro salute. Perché ogni nostro strnuto, dati alla mano, vaporizza circa sedicimila particelle di virus influenzali, come spiega al Corriere Antonio Madonna, primario di Medicina interna e Pneumologia all'ospedale Fatebenefratelli di Milano. Un altro numero è, per così dire, impressionante: 300 km/h. Si tratta della "velocità-potenza" di uno starnuto. Pensate a quale distanza possono arrivare le nostre "pericolose" particelle se non prestiamo un minimo di attenzione. Il tema è di strettissima attualità visto che, in questo momento, sono circa 630mila gli italiani con i sintomi dell'influenza. Ma, come dicevamo prima, il problema non solo gli ammalati che restano a casa a curarsi. Il problema sono gli stakanovisti che, nonostante mal di gola, bronchite, tosse e naso che più tappato non si può, sfidano le difficoltà e vanno lo stesso a lavorare. Un bell'esempio di dedizione al lavoro? Sì, ma con alcune conseguenze che potrebbero essere moito negative: cioè che si ammalino anche i colleghi, con una vera e propria "epidemia".

Il New York Times ha pubblicato una sorta di "decalogo" proprio su questo tema, intitolato "Come attraversare la stagione del freddo e dell'influenza senza farsi nemici". Ma di quali nemici stiamo parlando? Ovvio, dei colleghi "sani" che ad ogni nostro starnuto pensano (e a volte dicono, accennando un falso sorrisetto), "perché non sei rimasto a casa?". Ecco, dunque, una serie di regolette da tenere bene a mente quando ci si sente poco bene e si va (lo stesso) a lavorare: prima di tutto usare mascherine (ma non è proprio facile, visto che si dà l'impressione di avere una malattia grave), poi utilizzare dei disinfettanti con cui pulire le mani ogni volta che queste vengono a contatto con il naso o la bocca. Consiglio importantissimo: prima di uno starnuto, specie se potente, cercare di allontanarsi il più possibile dai colleghi, oppure coprire "l'esplosione" girandosi da un'altra parte e usando le mani.

Occhio ai fazzoletti e ai fazzolettini. Quelli di carta vanno gettati subito via dopo l'uso e non bisogna mai appoggiarli sulla scrivania. Se lo si fa, disinfettare subito dopo. Rotoloni di carta al posto dei fazzoletti? Meglio di no, possono scatenare una sorta di nevrosi del soffio del naso. Il fazzoletto di stoffa, invece, viene considerato un residuato d'altri tempi, proprio perché, una volta utilizzato (e non gettato) non è altro che un ricettacolo di germi. Altra buona regola è lavarsi spesso le mani, ovviamente non cento volte al giorno. Molto utile anche areare i locali, ogni tanto, evitando di respirare per troppe ore aria "chiusa", troppo densa di particelle potenzialmente pericolose. Il decalogo prevede anche di non soffiarsi il naso a "trombetta", cioè facendo troppo rumore. Insomma, ci vuole un po' di moderazione, anche se il naso è tappato e non ci dà tregua.

Insomma, ci sono consigli per tutti i gusti, alcuni molto utili e interessanti dal punto di vista medico-scientifico, altri invece che ci fanno solo sorridere e pensare (ma c'è qualcuno che fa/non fa davvero queste cose?).

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