Don Mazzi è deluso e arrabbiato per come la cosiddetta opinione pubblica si sia comportata nei confronti di Erika De Nardo, autrice assieme all'ex fidanzato Omar Favaro, del massacro balzato agli onori della cronaca come delitto di Novi Ligure. Un duplice omicidio perpetrato da parte dei due ragazzi nei confronti della famiglia di lei, nel lontano 2001. Unico sopravvissuto fu il padre della ragazza. Il sacerdote, intervistato a Famiglia Cristiana, ha dichiarato: "La cosiddetta opinione pubblica ha scaricato cattiveria e fango sull’infinito dolore di un padre e una figlia, senza un minimo di umanità". È stato lo stesso sacerdote a rendere nota la notizia del matrimonio di Erika, che si macchiò dell'uccisione della madre e del fratellino.
Don Mazzi difende Erika De Nardo
Don Mazzi, uno dei sacerdoti italiani più famosi dal punto di vista mediatico, è alla guida della comunità Exodus. È stato proprio lui ad accogliere ed aiutare Erika De Nardo, con la speranza di offrirle una vita quanto più normale dopo essersi macchiata del massacro della madre e del fratello minore, in quello che è tristemente nota come delitto di Novi Ligure. Per il duplice omicidio, Erika era stata condannata a 16 anni anni di carcere, pena confermata in tutti e tre i gradi di giudizio. La ragazza venne infine scarcerata il 5 dicembre 2011. Don Mazzi ha detto: "Nella mia ingenuità credevo fosse consolante pensare come un padre e una figlia usciti da dolori immensi, oggi fossero sereni, per non essere stati travolti dai fatti e soprattutto da tutta la cattiveria e il fango che la cosiddetta opinione pubblica ha scaricato senza un minimo di umanità sull’infinito dolore per un verso e sull’inspiegabile massacro per l’altro".
Francesco De Nardo, papà di Erika, perdonò fin da subito la figlia nonostante il terribile delitto. Lo stesso uomo ha aiutato la figlia nel suo percorso per riottenere una vita il più possibilmente serena. Riferendosi ai media, Don Mazzi non si è risparmiato parole severe sul comportamento dei giornalisti verso di lui: "Già la stampa e il prurito sdegnosamente curioso hanno ancora una volta messo a disagio me, tempestato di telefonate, di trappole e di messaggi" per poi proseguire: "Non voglio anch’io, aggiungere legna al fuoco. Vorrei però che la cosiddetta opinione pubblica, si trasformasse in riflessione e in dignitosa interrogazione non solo su una tragedia, ma su tutto ciò che sta accadendo nell’Italia dei nostri giorni. Per questo ricordo Francesco De Nardo, il padre, che ha seguito la figlia con una costanza, una tenerezza e una bontà degna della stima e dell’ammirazione non solo mia, ma di tutti.
Il dolore, il silenzio, gli incontri settimanali con la figlia, il perdono totale, i numerosi colloqui tra noi, hanno dato a quegli anni, un significato enormemente meditativo anche per me. Mi fermo qui. Non voglio andare oltre, perché offenderei l’uomo, il padre, e l’amico".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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