Delitto Sarah Scazzi, condannate 11 persone per false testimonianze

Undici persone sono state condannate per false testimonianze nell'inchiesta riguardante il delitto di Sarah Scazzi. Quattro anni a Michele Misseri e 5 a Ivano Russo

Delitto Sarah Scazzi, condannate 11 persone per false testimonianze

Ben undici condanne sono state emesse dal giudice monocratico del Tribunale di Taranto, Loredana Galasso, nei confronti di 11 imputati nel processo bis per depistaggi nell'inchiesta sull'omicidio di Sarah Scazzi, la 15enne uccisa ad Avetrana e gettata in un pozzo il 26 agosto del 2010.

Un delitto dai risvolti inaspettati in cui non sono mancati colpi di scena, testimonianze mendaci e confessioni di dubbia attendibilità. Così, il tristemente noto "delitto di Avetrana" si avvia verso le pagine conclusive di una lunga e tortuosa inchiesta che ha coinvolto un numero impressionante di indagati.

I fatti risalgono al 26 agosto 2010, ad Avetrana, piccola cittadina della provincia di Taranto. Sarah Scazzi, una studentessa al secondo anno dell'istituto alberghiero, esce di casa attorno alle ore 14.30 per raggiungere l'abitazione della cugina Sabrina Misseri. Le due ragazze hanno preso accordi per trascorrere qualche ora al mare, in compagnia di un' amica. Ma nel tragitto verso la villetta dei Misseri accade qualcosa. Sarah scompare e il suo telefono, dopo aver squillato a vuoto per ore, si spegne. Vengono allertati i Carabinieri e l'intero paese viene battuto al setaccio durante le ricerche. Della 15enne, però, si sono perse misteriosamente le tracce. Le ipotesi iniziali degli inquirenti si orientano sull'eventualità di una fuga poi, si segue la pista del rapimento. Dopo più di un mese di investigazioni, lo zio della ragazzina, Michele Misseri, consegna alle autorità il cellulare della nipote scomparsa sostenendo di averlo ritrovato in prossimità di un pozzo in zona Contrada Mosca. Ed è proprio sul fondo di quel pozzo che viene ritrovato il cadavere martoriato di Sarah. Da quel momento, comincia una sfiancante e controversa indagine inquisitoria. Dopo un interrogatorio lungo ben 9 ore, "Zio Michele" confessa un tentativo di stupro ai danni della giovane nipote e la successiva uccisione. Ma la sua versione non convince affatto gli investigatori, tanto che nel giro di pochi mesi la dinamica del crimine, e il movente che ad esso sottende, cambia volto. Così, sul banco degli imputati ci finisce proprio la cugina Sabrina complice insieme alla madre Cosima Serrano del truce omicidio per faccende legate ad blanda rivalità amorosa. Al termine di un logorante processo, il 21 febbraio 2017, la Corte suprema di cassazione riconosce la colpevolezza e condanna all'ergastolo madre e figlia con l'accusa di concorso in omicidio volontario aggravato dalla premeditazione.

Ieri mattina, 22 gennaio, sono state emesse invece le condanne definitive nei confronti degli 11 imputati coinvolti nel processo bis per depistaggi nell'inchiesta sull'omicidio. Inflitti 4 anni di reclusione a Michele Misseri, condannato nel processo principale in via definitiva a 8 anni di carcere per soppressione di cadavere. Di ben 5 anni, invece, è la pena comminata per le ipotesi di false informazioni al pm e falsa testimonianza alla Corte d’Assise, a Ivano Russo, il giovane cuoco di Avetrana che sarebbe stato conteso da Sabrina Misseri e la cugina Sarah.

Per quanto riguarda le altre persone coinvolte nelle indagini, il giudice monocratico del tribunale di Taranto, Loredana Galasso, ha decretato quanto segue: tre anni e sei mesi di reclusione a Dora Serrano (rispondeva di calunnia contro i carabinieri in quanto, secondo l’accusa, si sarebbe inventata le molestie subite da Michele Misseri quando era minorenne) e Giuseppe Serrano (anch'egli per calunnia contro i carabinieri), fratelli di Concetta e Cosima (mamma e zia di Sarah); tre anni di reclusione per falsa testimonianza ad Alessio Pisello (amico di Ivano e Sabrina), Anna Scredo (cognata del fioraio Giovanni Buccolieri, autore del `sogno´ sul sequestro di Sarah) Maurizio Misseri (un nipote di Michele) e sua madre Anna Lucia

Pichierri; tre anni e due mesi invece per Giuseppe Augusto Olivieri; 3 anni a Elena Baldari e 2 anni e mezzo a Claudio Russo, la mamma e il fratello di Ivano Russo. Assolta, invece, l’ex fidanzata di Russo, Antonietta Genovino.

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