Detenuto straniero pesta agente: "Basta, espulsione e pene in patria"

Dopo l'ennesimo caso, il segretario generale del Sappe Donato Capece torna a puntare il dito contro la vigilanza dinamica ed il regime penitenziario aperto, poi chiede l'espulsione dei detenuti stranieri violenti: "Scontino la pena in patria"

Detenuto straniero pesta agente: "Basta, espulsione e pene in patria"

Nuova aggressione ai danni di un agente di polizia penitenziaria da parte di un detenuto straniero, l'episodio stavolta si è verificato tra le mura della casa circondariale di Frosinone.

A denunciare l'accaduto è il sindacato autonomo di polizia penitenziaria (Sappe), con un comunicato dei dirigenti Piero Pennacchia e Franco D'Ascenzi. Durante il pomeriggio dello scorso martedì, nel corso dell'ora d'aria, un detenuto di nazionalità egiziana ha prima minacciato e quindi aggredito un assistente capo che si stava occupando di tenere sotto controllo la zona del cortile. Centrato all'altezza del bacino da un violento calcio sferratogli dall'extracomunitario, il poliziotto è caduto rovinosamente a terra. Dopo esser stato soccorso dai colleghi, quest'ultimo è stato costretto a ricorrere alle cure del pronto soccorso.

"Ora ci si domanda per quale motivo un servitore dello Stato viene abbandonato al suo destino in balia di qualche centinaio di detenuti, oggetto di insulti e aggressioni.", si chiedono Pennacchia e D'Ascenzi, come riportato da "FrosinoneToday". "Ciò che mortifica di più è l'indifferenza dell'amministrazione penitenziaria che si mostra buona con i delinquenti e giustizialista con i suoi dipendenti. A Frosinone eventi del genere sono ormai all'ordine del giorno. Il personale è stanco di subire umiliazioni ogni giorno a causa di una amministrazione matrigna che non tiene affatto al benessere del personale.", concludono i due dirigenti sindacali.

Anche il segretario generale del Sappe Donato Capece è intervenuto sulla vicenda, puntando il dito contro il regime penitenziario aperto e chiedendo l'espulsione per i detenuti stranieri, con l'obiettivo di far scontare loro la pena nelle patrie carceri.

"Questa di Frosinone è l’ennesima grave e intollerabile aggressione da parte di detenuti ai danni di appartenenti alla polizia penitenziaria. I detenuti evidentemente sono convinti non di essere in carcere a scontare una pena ma in un albergo, dove possono fare ciò che preferiscono.", accusa Capece. "Grave che la recrudescenza degli eventi critici in carcere si sia concretizzata proprio quando sempre più carceri hanno introdotto la vigilanza dinamica ed il regime penitenziario ‘aperto’, ossia con i detenuti più ore al giorno liberi di girare per le sezioni detentive con controlli sporadici ed occasionali della polizia penitenziaria. Al collega contuso va la nostra vicinanza e solidarietà nonché un ringraziamento particolare per l’intervento che nonostante le conseguenze riportare ed incuranti di qualsiasi pericolo ha permesso di bloccare il detenuto violento.", prosegue il segretario.

"Evidente a tutti che è necessario intervenire con urgenza per fronteggiare le costanti criticità penitenziarie, a cominciare dal ripianamento delle carenze organiche dei reparti di polizia penitenziaria del Lazio ed una normativa disciplinare che punisca seriamente, anche in termini di concessione di permessi e benefici vari, chi si permette di aggredire i nostri agenti.

E poi, subito, l’espulsione dei detenuti stranieri per fare scontare loro la pena nei paesi di provenienza. Non hanno nulla da perdere e sono maggiormente loro a rendersi protagonisti di eventi critici. È intollerabile ed inaccettabile", conclude Capece.

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