Il diario di Benito Mussolini diventa fumetto

In uscita nelle librerie il 15 novembre, in anteprima il fumetto tratto dal diario originale di Mussolini soldato, per celebrare i 100 anni dalla vittoria

Il diario di Benito Mussolini diventa fumetto

Un fumetto su Benito. Un fumetto su Benito Mussolini. Un fumetto per celebrare i 100 anni dalla Vittoria del 4 novembre 1918, tratto proprio dal diario di Benito. Un Mussolini prefascista che si forma nelle trincee dell’alta montagna travolto dal ghiaccio e dal freddo. Un Mussolini soldato che dalla fine della Prima Guerra Mondiale avrebbe segnato per sempre la nostra storia.

Mussolini, classe 1883, il 31 agosto 1915, all’età di 32 anni, venne richiamato alle armi. Assegnato all’11esimo bersaglieri, venne mandato al fronte il 2 settembre successivo. “A voi, miei commilitoni del fortissimo 11°bersaglieri, dedico queste cronache di guerra (…) c’è in queste pagine la mia e la vostra vita”. E da queste cronache dove emergono pensieri, emozioni, poesie, giornate monotone che si alternano ad altrettante giornate frenetiche sotto le bombe, ora ne è nato un fumetto, per la sceneggiatura di Federico Goglio della casa editrice Ferrogallico. I disegni sono di Enrico Cumino e l'autore è proprio Benito.

“L’idea – spiega in anteprima al Giornale.it Federico Goglio - nasce dalla volontà di poter celebrare i cent’anni della vittoria. Abbiamo fatto il possibile per finirlo entro novembre. Con questo si vuole riproporre la guerra di Mussolini. Un Mussolini prefascista, soldato e anche giornalista, è un documento straordinario di giornalismo infatti e di assoluto realismo”. Nel diario ci sono vari aneddoti e pagine di storia in cui Mussolini racconta le fatiche della guerra, ma anche le noie. “Come ieri, come sempre, da un mese a questa parte, piove – scriveva Benito il 25 dicembre di 103 anni fa – Oggi è Natale. Proprio Natale. 25 dicembre. Terzo Natale in guerra. La data non mi dice niente…”

“Mussolini ha delle doti straordinarie di giornalismo – dice Goglio – e le ha messe al servizio. Oltre a essere un soldato che combatte è anche cronista. E documenta la cronaca diretta dalla trincea. Io ho preso il diario integrale che abbiamo ripubblicato nel libro, e l’idea è stata quella di scegliere le parti da rappresentare più spettacolari sia dal punto di vista bellico, ma anche le parti che descrivono la psicologia dei soldati. E’ un documento umano, sull’umanità della guerra, della trincea, che a volte narra anche la noia”.

E infatti, fatalità, oggi 1.novembre di 103 anni fa, Benito scriveva: “Comincia – per me- il terzo mese di guerra. Che cosa mi porterà? Notte di quiete e di sogni. Da qualche giorno, salvo la cannonata di ieri sera, l’artiglieria nemica tace. Anche il “cannoncino” riposa. Che significa? Sono state trasportate altrove le batterie che tiravano sulla nostra posizione? O si prepara con una copiosa scorta di munizioni un bombardamento in piena regola di qualche giorno? Chissà. Nei ripari si lavora accanitamente. Ogni tenda ha il suo fuoco. Si annuncia che Padre Michele dirà la messa al Comando. Ma, della mia compagnia nessuno si muove. Pomeriggio. Il cielo incupisce. Pioggia a raffiche. - E’ la burrasca del giorno dei morti – mi dice qualcuno”.

La trasposizione dal diario al fumetto, nelle librerie dal 15 novembre, è rigorosissima, “sia dal punto di vista della sceneggiatura – spiega Goglio – sia da quello che effettivamente Mussolini ha descritto con le parole, non c’è nulla di inventato. Ho cercato di scegliere anche le parti ricordano l’infanzia, anche sul Natale, e questo mette in risalto l’aspetto umano del personaggio. C’è una parte che è una tavola intera su questo aspetto: ad esempio una mattina i soldati si svegliano e iniziano a fare a palle di neve. Questo è significativo”. Dal momento della sceneggiatura, ci sono voluti sette mesi per vederlo nascere crescere e finire.

E ora è anche prevista una sorta di tour con una serie di presentazioni. “C’è già una grande richiesta – dice Goglio – anche dalle librerie abbiamo avuto tante richieste. È un argomento che interessa molto perché si racconta un Mussolini un po’ indietro nel tempo”.

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