Potrebbe esserci un ingegnere italiano dietro lo scandalo "dieselgate". Secondo il New York Times, che ha riportato la notizia, le autorità statunitensi hanno accusato il 60enne manager Audi Giovanni Pamio di essere uno de principali artefici del piano per manomettere i test sulle emissioni dei motori diesel. Pamio, dirigente del brand Audi di proprietà del marchio Volkswagen, è l'ottavo dipendente del gruppo a essere messo sotto inchiesta nello scandalo costato alla casa automobilistica tedesca 20 miliardi di dollari tra multe e risarcimenti legali.
Sul caso Dieselgate sta indagando l'Fbi con l'unità criminale dell'Enviromental Protecion Agency. Il colosso tedesco ha ammesso che i motori VW, Porsche e Audi da 2 e 3 litri sono stati programmati per alterare i controlli, facendo risultati livelli di emissioni diversi da quelli prodotti su strada. Uno schema andato avanti per anni prima di essere scoperto nei test condotti dalla West Virginia University.
Pamio, che secondo gli inquirenti sarebbe la mente del piano criminoso, è accusato dalla Procura di Detroit di associazione a delinquere, frode e violazione della normativa.
L'ingegnere italiano, dice l'accusa, era a capo dell'area termodinamica nel dipartimento di sviluppo dei motori diesel di Audi a Neckarsulm, in Germania, dove coordinava un team di ingegneri incaricato dei controlli sulle emissioni dal 2006 al 2015.
Pamio è ritenuto responsabile di aver diretto dipendenti Audi nel progettare ed implementare funzioni software per ridurre le emissioni durante i test.
La portavoce del procuratore, Gina Balaya, ha dichiarato di non poter commentare se per
l'ingegnere italiano sia scattato l'arresto.Un altro impiegato è in attesa la sentenza in questo mese, un altro ancora è sotto custodia negli Stati Uniti, mentre i restanti cinque sono cittadini tedeschi.
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