"Dio è uomo o donna?": il politically correct lo vuole neutro

Dalla Germania, i giovani cattolici avevano chiesto che Dio fosse scritto con l'asterisco alla fine, in maniera tale da renderlo neutro. Deriva politicamente corretta respinta dalla conferenza episcopale

"Dio è uomo o donna?": il politically correct lo vuole neutro

Nel libro del 2001 Dio e il mondo. Essere cristiani nel nuovo millennio scritto da Benedetto XVI, Joseph Ratzinger, con Peter Seewald, così l’allora cardinale rispondeva a un quesito del giornalista tedesco circa la natura del Signore: "Dio è Dio. Non è né uomo né donna, ma è al di là dei generi. È il totalmente Altro. Credo che sia importante ricordare che per la fede biblica è sempre stato chiaro che Dio non è né uomo né donna ma appunto Dio e che uomo e donna sono la sua immagine. Entrambi provengono da lui ed entrambi sono racchiusi potenzialmente in lui". Dalla patria di Ratzinger arriva ora la crociata dei cattolici progressisti che vogliono mettere l'asterisco dopo il nome, che diventerebbe così Dio*, in modo da renderlo neutro e così più consono ai dogmi della neolingua politicamente corretta.

Come riportato dal Messaggero, tutto è partito da un documento della Comunità cattolica giovanile tedesca, la Katholische junge Gemeinde, che sosteneva una riforma della Chiesa in senso progressista, anche nel linguaggio. Secondo i giovani cattolici tedeschi, l'immagine di un Dio maschio e bianco risultava discriminante verso il genere femminile, non più adatta ai tempi moderni. Bisognava così dare una svolta in senso progressista: "La rappresentazione di un Dio maschio e bianco non è all'altezza e rende più difficile l'accesso di molti giovani alla Chiesa e alla fede" sottolineano.

L'offensiva politically correct respinta

Dinanzi all'ennesima - grottesca - battaglia del politicamente corretto, la Conferenza episcopale ha voluto mettere le cose in chiaro. "Il dibattito teologico sulla questione non è rilevante al momento. Abbiamo problemi molto diversi da affrontare nella Chiesa in questo momento", ha detto il portavoce della Conferenza episcopale, Matthias Kopp al telegiornale tedesco Sat.1, come riportato anche da InsideOver. E ha aggiunto: "Dio è più del sole, della luna e delle stelle. Non possiamo afferrare Dio". E come scrive Andrea Muratore proprio su InsideOver, la Chiesa tedesca, già attraversata da tendenze progressiste e “politicamente corrette”, ha toccato però con questo dibattito il punto estremo di una campagna per la progressiva laicizzazione della vita ecclesiastica e l’abbraccio al mondo che ha portato ad accuse di "protestantizzazione" del mondo episcopale germanico e a far paventare voci di un nuovo, traumatico scisma in Europa.

Il precedente Papa Giovanni Paolo I

Il dibattito circa la natura di Dio non è certo nuovo all'interno della Chiesa. Il 10 settembre 1978, nel suo terzo Angelus - in totale furono solo cinque - Papa Luciani affermò: "Dio è papà; più ancora è madre". Un'affermazione, quella di Giovanni Paolo I, che provocò non poche reazioni di sconcerto all'interno della curia romana e del Vaticano. Il dibattito sul genere neutro del Creatore ha poi investito negli scorsi anni anche la chiesa luterana di Svezia, che però, a differenza della Conferenza episcopale cattolica, ha accolto le istanze politically correct. Secondo Antje Jackelén, primate della Chiesa di Svezia, appellarsi al "Signore" è "discriminatorio nei confronti delle donne".

L'obiettivo è quello di abituare i fedeli a cambiare il loro linguaggio e ad adeguarsi ai nuovi standard della correttezza politica, che non risparmia nessun campo, nemmeno quello della Teologia e della Fede. Perché orama è chiaro che viviamo in un'epoca dove occorre soppesare ogni singola parola: sia mai che qualcuno si senta offeso.

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