Diritti lgbt, due donne riconosciute madri dopo la fecondazione assistita

È il primo riconoscimento diretto della legge 40 del 2004. Il Tribunale di Pistoia rettifica il rifiuto del sindaco e dichiara "madri" le due donne

Diritti lgbt, due donne riconosciute madri dopo la fecondazione assistita

Ieri è stata la Corte di Appello di Napoli. Oggi, invece, a riconoscere l'atto di nascita con l'indicazione di due madri è il Tribunale di Pistoia. E quello di oggi è il primo riconoscimento diretto della legge 40 del 2004.

Ecco i fatti. Le due donne avevano fatto ricorso, all'estero, alle tecniche della fecondazione assistita. In seguito, però, il sindaco si è opposto alla loro richiesta di registrare l'atto di nascita del figlio delle due madtri. Ma grazie alla legge 40, le due donne hanno chiesto al Tribunale di dichiarare illegitimo il rifuto del primo cittadino.

Secondo il Tribunale, che ha accolto le argomentazioni delle ricorrenti, la preminenza della tutela degli interessi del minore costituisce il primo e fondamentale criterio utile a delibare ogni questione in materia di status filiationis, nel cui ambito la valutazione in ordine alla meritevolezza della tutela degli interessi degli adulti ad autodeterminarsi e a generare figli rimane solo sullo sfondo". Il Tribunale di Pistoia ha poi ordinato la rettificazione dell'atto, dichiarando le due donne madri del bambino con entrambi i cognomi delle due donne.

Soddisfatta la presidente di Rete Lenford, Miryam Camilleri, secondo la quale ha vinto "la tutela del superiore interesse del minore a instaurare relazioni affettive stabili con entrambi i genitori a prescindere dal loro orientamento sessuale, il riconoscimento che anche

per le coppie dello stesso sesso, la filiazione può nascere dal consenso consapevole e irrevocabile ad assumere la responsabilità genitoriale sul figlio, come già previsto per le coppie eterosessuali dalla stessa legge 40".

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