Figlio di due donne, i giudici: "Anche la non biologica è madre"

La sentenza della Corte di Appello di Napoli: la compagna della madre biologica riconosciuta "mamma dalla nascita" e non solo "adottiva" perché ha condiviso il progetto

Figlio di due donne, i giudici: "Anche la non biologica è madre"

Ora per essere madre sin dalla nascita di un bambino, anche se questa è nata con fecondazione eterologa, basta "condividere" il progetto della fecondazione assistita. Secondo quanto scrive Articolo29.it, oggi la Corte di Appello di Napoli è andata oltre la stepchild adoption tanto discussa (e poi bocciata) durante la battaglia politica sul ddl Cirinnà.

I fatti. Una coppia di donne ha avanzato il riconoscimenti della adozione da parte della compagna della madre biologica. Già in passato altri tibunali avevano concesso questa possibilità, anche se la legge Cirinnà non lo prevede esplicitamente (ma lascia aperte le porte - appunto - ad una evoluzione giurisprudenziale del "diritto" ad avere due mamme e due papà). Ma ora, come scrive Articolo29.it, con questa sentenza la Corte di Napoli "segna quindi non soltanto un passaggio importante nel dibattito sull’ammissibilità della cd. stepchild adoption, ma sostanzia, appunto, una autorevole e assai approfondita rilettura di tutta la questione della cd. omoparentalità". Con la sentenza infatti la donna che ha presentato la richiesta di adizione è stata riconosciuta "mamma dalla nascita" e non solo "madre adottiva". Perché? Perché ha condiviso il progetto della procreazione assistita. Per la corte infatti "la partner della madre biologica "non è una sorta di terzo genitore" ma "è il secondo genitore, l'unico che il minore possa avere". Infatti, continuano i giudici, la partner della madre biologica "svolge tale ruolo (quello di mamma del bambino, ndr) addirittura da un momento precedente al concepimento, avendo contribuito alla sua generazione, non importa se solo con la prestazione del relativo consenso. Ella, ed è dato dirimente, se ne è assunta la responsabilità ab origine".



"Le motivazioni della sentenza sono molto importanti - spiega a Repubblica l'avvocato Francesca Quarato, della associazione genitori omosessuali "Famiglie Arcobaleno", che ha seguito il caso - perché, nel riconoscere il diritto delle due mamme ad essere riconosciute entrambe come genitrici del figlio che insieme hanno voluto, la Corte d'Appello fa un passo avanti ulteriore ricordando che la stepchild è una forma di tutela minima per i figli di coppie omogenitoriali, perché è subordinata alla domanda, perché assicura una tutela non piena e, infine, concede di adottare quello che, invece, deve essere considerato un figlio della coppia già alla nascita. In tal senso, richiama espressamente la legge 40 indicando per la piena tutela dei figli di coppie omogenitoriali la strada del riconoscimento alla nascita".

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica