Il partner della Uefa: "San Siro a norma disabili", ma i conti non tornano

Al Mezza 242 posti per le carrozzine secondo il sito del Cafe, partner della Uefa. Intanto il Comune continua a ignorare i disabili

Il partner della Uefa: "San Siro a norma disabili", ma i conti non tornano

Sulla carta sarebbero 242 in tutto i posti destinati ai disabili in carrozzina a San Siro. Almeno per il Cafe, il Centro per l'accesso al calcio in Europa, partner di responsabilità sociale della Uefa, che si propone di migliorare l'accesso agli stadi utilizzando la speciale influenza del calcio.

Il dato si può trovare nel sito ufficiale, alla pagina dedicata al Meazza. Peccato che sia lontano dalla realtà. Da dove sia stato ricavato o chi lo abbia comunicato al Cafe, allo stato, non è dato saperlo. Nel sito si legge che"nelle sezioni arancio e blu sono presenti 176 posti per tifosi locali utilizzatori di sedia a rotelle. La linea di visuale è buona, i posti a sedere sono al coperto e non ci sono ostacoli alla visuale. Il club offre un biglietto omaggio per gli accompagnatori, che possono sedersi accanto agli utilizzatori di sedia a rotelle". Non ci sarebbe quindi una barriera alta un metro e dieci e i cartelli pubblicitari. Nessuna difficoltà a seguire le azioni e a vedere la partita. Tra l'altro, sempre secondo quanto scritto nella pagina, i tifosi ospiti non sono costretti a sedere insieme con quelli in casa, anzi: "nella sezione verde sono presenti ulteriori 66 posti per tifosi ospiti utilizzatori di sedie a rotelle". In questo caso però ci sarebbero degli ostacoli alla visuale. Quali? "Gli steward possono impedire la visuale. Il club offre un biglietto omaggio per gli accompagnatori che possono sedersi accanto agli utilizzatori di sedia a rotelle".

Il Cafe descrive un altro stadio. Il numero di posti per i tifosi in sedia a rotelle sarebbe addirittura superiore a quello richiesto dalla normativa interna ed europea. Nulla dice dei disabili al cento per cento comunemente detti deambulanti che a San Siro sono costretti a vedere la partita "sotto il primo anello verde, dietro una delle due porte di gioco – si legge in una petizione dei presidenti dei Milan club d'Italia che risale al novembre 2013 -. Il grosso problema è che questo settore non si trova a livello del campo ma è "incassato" al di sotto dello stesso. In tal mondo i ragazzi, per poter vedere la partita in modo accettabile, sono costretti a stare in piedi e spesso a spostarsi dal seggiolino loro riservato: l’alternativa è poter osservare qualche metro di campo dalla parte opposta dello stadio, “immaginandosi” però tutto quanto avviene nella porta (e nella parte di campo) più vicina".

I problemi, descritti nell'inchiesta de IlGiornale.it, realizzata con la collaborazione di Francesco Gallone, ventenne tifoso dell'Inter, sono molteplici: i lavori relativi ai posti disabili in vista della finale di Champions League devono ancora iniziare. Se dovessero essere conclusi, la pedana che sopraeleva le postazioni alla base del primo anello arancio, migliorerebbe le condizioni al Meazza per chi è in carrozzina, a scapito di quella degli accompagnatori (che dovrebbero essere posizionati dietro), e soprattutto dei disabili cosiddetti deambulanti, per cui nessun intervento è stato previsto: saranno costretti a sedersi dietro le carrozzine sopraelevate di 30,40 centimetri dalla pedana, nel primo anello arancio; o, come già accade, sotto il livello del terreno da gioco nel primo anello verde o blu.


Inoltre la pedana è provvisoria per la finale di Champions, e soltanto "in programma" per la prossima stagione. Anche se dovesse essere definitivamente installata, il numero dei posti destinati ai disabili, dopo la ristrutturazione, rimarrebbe insufficiente, e comunque sotto la soglia minima richiesta dalla legge interna ed europea. Anzi, secondo quanto rivelato dall'ufficio stampa dell'Inter e confermato da quello del Milan, potrebbe addirittura ridursi ulteriormente a 78 posti per i disabili in carrozzina (come si legge in tabella, nell'allegato in basso).

Tutto questo nonostante Palazzo Marino stia spendendo 23 milioni di euro dei cittadini per ristrutturare lo stadio, soldi che saranno solo anticipati dai club. Tra quei cittadini ci sono anche i disabili. Eppure, tranne l'associazione Fiaba e il Movimento Difesa del cittadino, nessuno intende discutere della questione.

A partire dal Comune di Milano, proprietario di San Siro, che ha negato ogni spiegazione e che ha ignorato i disabili allo stadio, se è vero che - come ha rivelato Marco Lomazzi, uno dei due Ad di Mi-Stadio, la società che gestisce la struttura - la stessa pedana che sarà installata al primo anello arancio, sarà realizzata dalle società e non coi soldi pubblici.

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