Discoteche, negozi e ristoranti: ecco come (e quando) ripartirà l'Italia

Nelle prime settimane non ci si potrà spostare da una Regione all'altra. Bar e parrucchieri potrebbero ripartire i primi di maggio. Speranza per le palestre. In estate non si potrà andare a ballare

Discoteche, negozi e ristoranti: ecco come (e quando) ripartirà l'Italia

L'Italia si prepara alla ripartenza scaglionata: alla base dovranno esserci sempre cautela e prudenza. Atteggiamenti superficiali e sottovalutazioni dei rischi potrebbero far tornare la situazione totalmente da capo. Perciò sarà fondamentale attenersi alle direttive che gli esperti e il governo forniranno quando si entrerà nel pieno della fase 2: la convivenza con il Coronavirus è uno step molto delicato e non si può commettere alcun tipo di errore. Perciò l'esecutivo giallorosso ha già in mente uno schema di quello che potrebbe essere il piano per riaprire il Paese: Palazzo Chigi ha fatto sapere che "sulle date ci sono soltanto ipotesi, fughe in avanti - in un momento tanto delicato - rischiano di alimentare caos e confusione". Negozi, bar, palestre, discoteche: quale sarà l'ordine da rispettare per il ritorno alla normalità?

Un'idea della task force guidata da Vittorio Colao riguarderebbe la suddivisione del Paese in macroaree sulla base della diffusione del Covid-19, modulando l'allentamento delle restrizioni in base alla curva epidemiologica dei territori. A meno di clamorosi ripensamenti, nelle prime settimane non sarà consentito spostarsi da una Regione all'altra. Entro lunedì 20 aprile è attesa la relazione finale degli esperti al presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Tra le questioni ancora aperte e spinose vi è quella dei trasporti pubblici, ad alto tasso di assembramenti: si potrebbe procedere con un mix di scaglionamento degli orari sia per i turni di lavoro sia per i trasporti.

Come vi abbiamo raccontato nella giornata di ieri, dalla prossima settimana potrebbero ripartire alcune imprese: auto, l'edilizia, la moda, il tessile, la fabbricazione di autoveicoli, mobili, articoli in pelle, l'industria del tabacco, l'estrazione di minerali metalliferi, le cave e le miniere. Ovviamente bisognerà garantire il rispetto del protocollo per la pulizia e l'utilizzo dei dispositivi: dispenser per il disinfettante, il metro di distanza tra le varie persone, mascherine, guanti, ingressi scaglionati, smart working e turni alternati. Successivamente sarà il turno dei negozi: bisognerà far rispettare ingressi scaglionati e la presenza di un solo cliente e due lavoratori per un locale di 40 metri quadri.

Ristoranti e parrucchieri

Per bar e ristoranti sono attese delle vere e proprie rivoluzioni: i locali verranno radicalmente riorganizzati per consentire il rispetto di oltre un metro di distanza tra le persone. C'è chi spera di poter riaprire l'11 maggio, ma in molti sostengono che sia troppo presto: non è comunque da escludere che possa essere effettuata una classificazione per zone d'Italia o prevedere una minima capienza.

È certo che parrucchieri e negozi di estetica potranno lavorare esclusivamente su appuntamento: oltre a dotarsi di dispositivi di protezione, dovranno mantenere il rapporto un dipendente per un cliente e sterilizzare ogni oggetto utilizzato. Anche in questo caso si potrebbe procedere con la riapertura entro il 10 maggio in base alla situazione epidemica della Regione.

Discoteche e palestre

La possibilità di andare a ballare nelle discoteche è esclusa, almeno per questa estate. Una possibile novità potrebbe invece riguardare le palestre: come riportato dal Corriere della Sera, potrebbero essere consentiti solo allenamenti o lezioni individuali. L'intento è certamente quello di evitare che i giovani stiano molto vicini dando vita a nuovi contagi. Nella giornata di ieri Pierpaolo Sileri, viceministro della Salute, ha fatto sapere che i ragazzi "sono i più restii ad indossare le mascherine" e dunque in alcune circostanze "dovremo renderle obbligatorie, altrimenti per loro sarà impossibile uscire visto che molti sono asintomatici e quindi possono veicolare il virus".

Le residenze speciali

Il capo della protezione civile, Angelo Borrelli, ha annunciato che in base a una discussione con Regioni ed enti locali sono state individuate strutture "che potranno ospitare alcune decine di migliaia di Covid positivi che non avessero le condizioni abitative adatte alla quarantena". Nelle scorse ore Guido Bertolaso ha parlato della possibilità di realizzare degli hub regionali per accogliere i positivi al Coronavirus.

Il consulente all'emergenza sanitaria per la Regione Lombardia ha sentenziato che nella fase 2 servirà un Covid center in ogni Regione: "Così si liberano gli ospedali interessati da questo dramma. Il futuro si deve programmare soprattutto dal punto di vista sanitario".

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