La brutta storia della giornalista molestata mentre stava lavorando, fuori dallo stadio di Empoli, ha avuto alcune ripercussioni. Il "palpeggiatore" è stato sottoposto al Daspo per tre anni (non potrà più andare a vedere una partita allo stadio) ed è stato denunciato dalla reporter, un altro tifoso si è preso un daspo di due anni e pure lui è indagato per violenza sessuale. Tra i puniti c'è anche un giornalista. Si tratta di Giorgio Micheletti, di Toscana Tv, che mentre la sua giovane collega Greta Beccaglia è stata bersagliata dai tifosi-molestatori stava conducendo la trasmissione sportiva in studio. L'azienda per cui lavora l'ha sospeso. E lui l'ha non l'ha presa per nulla bene.
Intervenuto ai microfoni de La Zanzara, su Radio 24, Micheletti spiega di essersi scusato (per quello che aveva detto alla Beccaglia durante la trasmissione, "non te la prendere"). Dice che "così lo ha voluto l’azienda, il direttore in prima persona". Micheletti aggiunge che "è stata una decisione condivisa quella di fermarsi per un attimo, per permettere alla televisione di non avere eccessiva pressione mediatica e permettere a me di smettere di essere preso di mira. Questa è la filosofia proposta".
Micheletti non sa quando potrà tornare a lavorare e fa capire di essere un po' alterato per come è stato trattato: "Gli accordi erano che nel comunicato interno il punto fosse alla fine di 'riflessione' e non ci fosse in attesa di prendere provvedimenti disciplinari. Se avessi saputo che sarebbe stata aggiunta questa frase - prosegue - col c... che avrei fatto questo! Se stiamo su una barca, ci stiamo sempre, non è che mi ci fai salire e poi mi ci lasci da solo. Perché allora mi inc...".
La frase incriminata, "non te la prendere", sicuramente non è stata felicissima, viste le circostanze, ma va contestualizzata. Subito dopo, infatti, Micheletti ha detto: "Si cresce anche attraverso queste esperienze. Chiudiamola lì. Così per lo meno puoi reagire, se vuoi. Determinati atteggiamenti meritano ogni tanto qualche sano schiaffone".
Alla Zanzara Micheletti spiega quei momenti concitati: il giornalista spiega quei momenti concitati: "Uno che conduce una trasmissione in diretta ha il tempo di capire che quell'episodio potrebbe essere foriero di un argomento di carattere nazionale, che quel tipo di atto non riguardava una sola persona ma un'intera categoria del genere umano e che nel contempo mentre parlavo con quattro ospiti in studio e cercavo di dare delle direttive alla regia, cercavo di preoccuparmi soprattutto di non mandare nel casino Greta anche dal punto di vista dell'incolumità fisica e dovevo anche avere la lucidità di sapere che cosa potevo fare. Il tutto - prosegue - è durato in totale 120 secondi e il momento in sé appena 3. Al primo impatto non ho nemmeno capito che fosse stata una manata sul sedere, ma avevo pensato a una strusciata. Sai quando fai il furbo e pigli dentro una persona che ti sta davanti con le spalle? Sai, quando fai il simpaticone... Mai nella vita mi sono accorto subito che era una palpata di sedere, mai nella vita. Ma poi me ne sono accorto perché ho visto la reazione di Greta e allora ho collegato, sempre rapidamente e sempre con quello spicchio di cervello che resta a uno che fa la diretta e che doveva capire tutto quello che capitava intorno".
Non si è fregato di quello che aveva vissuto la sua giovane collega. Di primo acchito ha reagito in modo un po' goffo, ma poi ha sistemato le cose com'era giusto e doveroso. "Mi sono preoccupato - racconta - di fare solo ed esclusivamente quello che, secondo me, in quel momento doveva essere fatto per il bene di Greta e per la sua incolumità fisica. Scusate se ricordo a quelli politically correct che Greta è una donna e che, se mi sono preoccupato della sua integrità fisica, automaticamente ho portato rispetto alla categoria".
MIcheletti assicura che l'avrebbe fatto anche se la vittima della molestia fosse stato un uomo, "perché quello è l'atteggiamento da tenere, le ho detto che se a diretta chiusa voleva reagire con qualche ceffone avrebbe fatto bene, perché le mamme di questi signori non avendoglieli dati da piccoli li hanno fatti crescere 'storti'. E questo sarebbe minimizzare l'episodio?".
Quando gli chiedono perché abbia detto "non te la prendere", non ha una risposta.
"Che ne so? Potevo dire 'Stai tranquilla'? Avrei sbagliato uguale. In quel momento mi è venuto in mente 'Non te la prendere'! Non so perché, ma voi forse sapete perché dite certe cose in un momento di concitazione?".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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