La convivenza col virus è l'obiettivo che la società ora si deve porre per riuscire a recuperare una buona parte di quella normalità che è andata persa a marzo 2020, quando sono iniziate le prime restrizioni contro il coronavirus. Questo è il pensiero più volte espresso da Alberto Zangrillo, uno dei medici simbolo dell'emergenza, che ha sempre provato a tenere la barra dritta nella gestione dell'epidemia, evitando di creare allarmismi nella popolazione e provando di volta in volta a ristabilire l'ordine, anche per limitare la psicosi che ha attanagliato il pianeta negli ultimi 18 mesi.
Solo pochi giorni fa, proprio per supportare la sua opinione, Alberto Zangrillo ha condiviso sui suoi social il resoconto settimanale degli ingressi nel suo ospedale, sottolineando che nella grande struttura del San Raffaele di Milano c'erano stati solo 7 ingressi Covid in 7 giorni. Numeri che segnano la fine dell'emergenza che, però, non viene ancora comunicata, tanto che il professore ha parlato di "show must go on". Una situazione che dovrebbe essere sfruttata per riprendere in mano tutti i pazienti delle altre patologie, trascurate negli ultimi 18 mesi.
Il concetto di convivenza col virus è stato ribadito dal direttore del dipartimento di Anestesia e terapia intensiva dell'Irccs ospedale San Raffaele di Milano durante la presentazione del libro La società chiusa in casa, firmato dallo storico della medicina Gilberto Corbellini e da Nicola Mingardi, direttore dell'Istituto Bruno Leoni (Ibl). Alberto Zangrillo, che è intervenuto come ospite alla presentazione, ha posto l'attenzione sull'atteggiamento assunto da alcuni suoi colleghi nella comunicazione alla popolazione, criticando i metodi di chi, in televisione, non ha portato la verità scientifica che sarebbe d'obbligo per i professionisti della sanità.
"Sono un professore. Io e i miei colleghi abbiamo sempre il dovere, verso gli studenti, di basarci su documenti. Ecco, mi vergogno che spesso in Tv i professori ne hanno fatto a meno", ha detto Alberto Zangrillo. Un'accusa nemmeno troppo velata da parte del prorettore dell'università Vita-Salute San Raffaele di Milano, che da tempo ha deciso di non accettare più ospitate televisive, se non in rarissime occasioni. Una decisione presa per concentrare maggiormente le sue attenzioni sulla divulgazione e sul lavoro in corsia, evitando polemiche sterili che spesso accompagnano gli interventi televisivi.
Nel corso della presentazione del libri, quindi, Alberto Zangrillo ha aggiunto, rifacendosi anche a quanto esposto nel volume scritto da Corbellini e Mingardi: "Ho parlato presto (e
per primo) della necessità di convivere con il virus. Questa idea è sviluppata magistralmente dal libro. Alcuni bias cognitivi sono esplosi, sfociano oggi in una psicosi di cui bisogna occuparsi".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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