Dpcm, ampliamento dello smart working al 70-75%

Tra le proposte contenute del Dpcm è previsto un ampliamento dello smart working al 70%-75%. Rimane però il nodo sulla privacy e sui diritti dei lavoratori

Dpcm, ampliamento dello smart working al 70-75%

Il governo Conte punterà tutto sullo "smart working" per contenere i contagi da Covid-19 in salita. Come conferma l'agenzia stampa Adnkronos, che svela alcuni contenuti del Dpcm a cui sta lavorando il governo giallo-rosso in queste ore, tra le proposte è previsto un ampliamento dello smart working al 70%-75%. "La modalità di lavoro agile disciplinata dagli articoli da 18 a 23 della legge 22 maggio 2017, n. 81, può essere applicata, per la durata dello stato di emergenza di cui alla deliberazione del Consiglio dei ministri 31 gennaio 2020, dai datori di lavoro a ogni rapporto di lavoro subordinato, nel rispetto dei principi dettati dalle menzionate disposizioni, anche in assenza degli accordi individuali ivi previsti; gli obblighi di informativa di cui all'art. 22 della legge 22 maggio 2017, n. 81, sono assolti in via telematica anche ricorrendo alla documentazione resa disponibile sul sito dell'Istituto nazionale assicurazione infortuni sul lavoro", si legge nel testo visionato dall'Adnkronos. Inoltre, nello stesso testo, si specifica che è previsto un "rafforzamento del controllo sul territorio per assicurare il rispetto delle misure previste".

Nel Dpcm, che il governo Conte intende chiudere entro questa sera, sono incluse restrizioni sugli orari per Bar, pub e ristoranti fino alle ore 23, stop a feste private, congressi e sport di contatto. "Siamo impegnati per il Dpcm, cercheremo di licenziarlo già per questa sera" ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, parlando con i giornalisti a Taranto.

Smart working, nodo su privacy e diritti dei lavoratori

Il governo dovrà rispondere alle problematiche che si portà con sè il ricorso massiccio allo smart working, cercando di coinciliare la privacy dei lavoratori e con la sicurezza dei dati trattati fuori ufficio, sia aziendali, sia delle amministrazioni pubbliche. Come spiega IlSole24Ore, infatti, la modalità semplificata di ricorso al lavoro da remoto è stata prorogata intanto fino al 31 dicembre. Si fanno largo, poi, ipotesi di nuovi interventi normativi sulla materia. Tra i 22 disegni di legge che saranno collegati alla manovra di bilancio per il 2021 - secondo la Nota di aggiornamento al Def 2020 - c'è un Ddl intitolato "Disposizioni in materia di lavoro agile nelle pubbliche amministrazioni". Secondo quanto emerso, tra i punti centrali della riforma ci saranno il diritto del lavoratore alla disconnessione e il potenziamento della formazione digitale dei lavoratori della Pa.

Peraltro, stando al Dl Rilancio, la prospettiva per la Pubblica amministrazione è quella di arrivare, dal 2021, al 60% dei dipendenti coinvolti dallo smart working, almeno per le attività che possono essere svolte con questa modalità.

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