Ogni piccola impresa paga in media 11.164 euro di tasse locali all’anno, ovvero 2.233 euro per addetto. Il prelievo complessivo per una impresa tipo con 5 dipendenti oscilla dai 2.509 euro per addetto in Campania ai 1.643 euro in Valle d’Aosta. In tutto parliamo di circa 70 miliardi l’anno di tasse. I dati sono contenuti in uno studio della Confartigianato pubblicato in anteprima da La Stampa. In particolare, viene posto l'accento su cinque principali tasse che strangolano le aziende: Irap, addizionali Irpef (comunale e regionale), Imu e Tasi.
"Nell’arco dell’ultimo decennio l’Italia è il paese europeo che ha registrato la più alta crescita della pressione fiscale, con un aumento di 4,2 punti arrivando nel 2015 al 43,4% del Pil. È vero che dal 2016 il governo si è impegnato a proseguire nel cammino di discesa, ma intanto i numeri ci dicono che tra il 2011 e il 2014 le imposte prelevate dalle amministrazioni pubbliche sono salite di 20,93 miliardi, di cui i tre quarti (16 miliardi) derivano dalle 5 principali imposte locali: Irap, le due addizionali Irpef, l’Imu e la Tasi. In particolare le addizionali Irpef sono salite del 31,7%, con un maggiore gettito di 3,7 miliardi, addirittura 12,8 (+496,8%) se il raffronto parte dal 1999, anno della loro introduzione.
Il totale fa 70,5 miliardi: 30,5 di Irap (che da sola vale il 43,2% del totale), 20,4 di Imu, 11 di addizionale regionale Irpef, 4,6 di Tasi e 4,2 di addizionale comunale Irpef. Per il 77,2% caricato su dipendenti del settore privato e autonomi", si legge su La Stampa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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