Evoluzione del grafismo dal 1962
All'inizio, nel 1962, quando ancora non era papa bensì vicario di Cracovia, egli presentava una scrittura sicuramente forte e marcata espressione di vitalità, forza d'urto, generosità, duttilità e plasticità mentali, irrorate però da una squisita sensibilità, da ordine mentale e da senso estetico. Ottime apparivano le doti intellettive che lo rendevano ponderato, riflessivo ed elaborativo.
Negli anni Settanta e Ottanta la scrittura si assottiglia assumendo le caratteristiche del tratto filiforme, espressione di un'aumentata finezza di spirito. Si rileva anche una migliore scioltezza nel procedere verso destra, indice di amabilità, cordialità e investimenti affettivi più gratificanti. Finalmente egli era in grado d'investire quella capacità di amare che lo caratterizzava e che gli ha permesso di diventare il papa cosmopolita. Anche la paternità trovava modo di essere realizzata attraverso questa sua missione nel mondo. Sono sempre presenti tuttavia il forte senso estetico, una mentalità plastica e una fermezza che non aveva nulla di rigido, per cui difficilmente egli diventava imperativo e dominante. Semmai utilizzava il ragionamento e il suo carisma nella comunicazione, con un sguardo particolare per i giovani onde ottenere consensi e adesioni al suo pensiero.
Gaiezza e un fondo di nostalgia per la recitazione e l’arte in generale, dimostrano un talento che sarà sempre presente e proiettato nel mondo dei giovani. La sua scrittura dimostra un’armonia interiore che gli permette di porsi verso gli altri con sicurezza, con determinazione e con quella capacità d'influenzamento così necessario per chi deve essere guida del mondo (vedi dimensione ridotta delle lettere, fluidità del gesto, occupazione corretta degli spazi, …). Anche dai suoi appunti si ricavano indicazioni del suo forte senso estetico e del bisogno di rimarcare, in maniera anche esagerata, concetti e idee. Forse in questo periodo egli era attanagliato da problemi che lo rendevano un po’ ansioso e impaziente.
In seguito, la scrittura di Giovanni Paolo II si fa più piccola, a segnalare l'andamento della sua nota malattia (morbo di Parkinson). Ma i tratti, i gesti, i legamenti e l'ordine grafico mettono in evidenza la sua permanente lucidità mentale e la sua capacità di affrontare la sofferenza con inspiegabile serenità. Ora egli è sicuramente più affaticato e stanco e la leggerezza del tratto sta a denunciare la perdita di quella forza vitale che l’ha sempre contraddistinto.
Papa Wojtyla continuerà a sbalordire non solo per la sua resistenza fisica, ma soprattutto per
quella voglia dettata da chi, ricco interiormente, vuole servire Dio e l'uomo nella stessa misura. La malattia pertanto insieme a tutte le vicissitudini subite, non gli ha impedito di essere all'altezza della sua funzione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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