Le raffiche di vento fino a 110 Km/h che ieri hanno colpito soprattutto l'area metropolitana di Milano, oltre a quelle di Como e Cremona, e provocato la rottura di una parte della copertura del tetto della Stazione Centrale, hanno delle cause ben precise.
"Ecco cosa è successo"
La causa della tempesta di vento che ha messo in ginocchio varie località del Nord è "locale" perché generata dal vento di föhn caldo e secco che scende dalle Alpi. "Si forma quando nell’Europa occidentale si instaura un campo di alta pressione e in quella orientale uno di bassa pressione. Se il loro confine si dispone lungo una linea Nord-Sud, scendono correnti fredde verso le nostre regioni, che però incontrano l’ostacolo della catena alpina", afferma al Corriere della Sera il meteorologo Antioco Vargiu dell'Agenzia Regionale per la protezione ambientale (Arpa) della Lombardia. La forza delle raffiche, però, è dipesa dalla differenza della pressione atmosferica su brevi distanze. "Maggiore è la differenza su corte distanze e più forti sono i venti - aggiunge Vargiu - Ieri a Milano la differenza di pressione con il Canton Ticino, distante 50-60 chilometri, era di 15-17 millibar: molto elevata".
"In alta montagna vento a 200 Km/h"
Ma c'è anche un altro motivo che ha creato le condizioni ideali per la tempesta di ieri. "Il vento, scendendo dalle Alpi, si incanala in valli strette disposte Nord-Sud che fanno aumentare la velocità. Ecco perché è arrivato con violenza fino in pianura". Pensate, sopra i duemila metri, gli strumenti hanno rilevato raffiche superiori a 200 chilometri orari: l'evento, seppur notevole, non può essere definito eccezionale come ha affermato il meteorologo e climatologo del Cnr-Lamma, Giulio Betti, che ha ricordato la tempesta Kyrill del 2007 con un foehn devastante e punte di 27 gradi di massima a Cuneo. "In Piemonte e Lombardia non c'è stato uno sbalzo così notevole, ma raffiche forti che non si registrano spesso, come ci ricordano anche i danni causati. Anche a Sud c'è stato un vento sostenuto, ma si è trattato di tramontana come in Puglia e vento freddo che arriva dai Balcani in altre regioni", ha affermato l'esperto a Repubblica.
Il paragone con la tempesta Vaia
Se è vero che la configuazione che dà origine al fohn è tutt'altro che rara, l'evento di ieri può essere classificato come il più forte degli ultimi 8-10 anni. Il fenomeno ha fatto tornare alla mente la tempesta Vaia, che il 29 ottobre 2018 ha raso al suolo i boschi del Triveneto con venti tra 197 e i 217 km orari. I due eventi, però non sono paragonabili perché Vaia "era legata allo scirocco" sottolinea Betti. Quindi, la causa non è la stessa ma opposta: in quell'occasione ci fu una profonda depressione che colpì l'Italia con un vento disastroso. In questo caso è stato "un anticiclone che si avvicina al nostro Paese e, complice il transito del fronte freddo" ha causato "un fortissimo gradiente di pressione che genera il foehn, con i venti di caduta sottovento alle Alpi, caldi e secchi, che spazzano via la massa d'aria più umida preesistente".
Fortunatamente, già da oggi la situazione è tornata alla normalità anche se sono
previste intense raffiche in alta montagna. L'unica nota positiva è stata il ricambio d'aria ma smog e nebbie dovrebbero tornare a imporsi nei prossimi giorni a causa dell'alta pressione destinata a durare ancora per un po'.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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