Ecco perché la tv non trasmetterà la fine della pandemia

La conclusione di una pandemia è più una questione sociale che sanitaria. Ed è per questo che potremmo non accorgerci della sua fine

Ecco perché la tv non trasmetterà la fine della pandemia

Da due anni a questa parte, la gente si pone un'unica e semplice domanda: "Quando finirà la pandemia?". Alcuni Stati ne stanno già uscendo, si pensi al Regno Unito, la Spagna e la Svezia, per esempio. Questi Paesi, ovviamente, non fanno finta che il Covid-19 non esista, ma, "semplicemente", hanno compreso che con esso bisogna convivere. Quando finirà la pandemia, dunque?

Il British medical journal ha pubblicato un interessante articolo, intitolato La fine della pandemia non sarà trasmessa. Nel corso di questi due anni, ci siamo abituati a guardare i dati: ogni giorno sappiamo quanti sono i contagi, le ospedalizzazioni, gli ingressi e i ricoveri in terapia intensiva. Siamo bombardati da informazioni. Ma a cosa ci servono? A volte ci hanno agitato, mentre vedevamo la linea dei contagi aumentare in maniera esponenziale; altre ci hanno tranquillizzato, mentre vedevamo i decessi diminuire giorno dopo giorno. Ma ora? Ha ancora senso sapere queste informazioni? Ha ancora senso il bollettino che, ogni giorno alle 18, come se fossimo in guerra, ci annuncia com'è andata la battaglia contro il virus? Secondo molti esperti, è arrivato il momento di accantonare questo rito. E' probabile però che così non sarà. Il bollettino potrebbe farci compagnia ancora per un po', seppur modificato, distinguendo gli asintomatici da chi, invece, ha sintomi; marcando la differenza tra chi entra in ospedale perché magari ha una operazione programmata e chi, invece, ci entra perché il virus lo ha colpito brutalmente all'improvviso.

Dovremo quindi aspettare che le tabelle dei contagi siano prossime allo zero per decretare la fine della pandemia? Per il British medical journal no: "L'idea, rafforzata dalle tabelle, che una pandemia finisca quando i casi o i decessi scendono a zero è in contrasto con l'evidenza storica che una sostanziale morbilità e mortalità per influenza continuano a verificarsi, stagione dopo stagione, tra le pandemie". Come è successo con la spagnola. Alcuni storici credono sia durata dal 1918 al 1919. Altri invece ritengono si sia protratta un anno in più. Oppure l'asiatica, che ha flagellato il mondo dal 1957 al 1958. Ma potrebbe avere avuto anche un'altra ondata nel 1959. "La fine della pandemia non può essere definita dall'assenza di morti in eccesso associate all'agente patogeno", scrive il British medical journal.

Quando potremo dire basta, dunque? Quando vedremo riprendere la vita sociale. Quando vedremo tracce di normalità, magari pagate a caro prezzo. Lo aveva scritto tempo fa il New York Times e lo rimarca oggi il British medical journal: "La storia suggerisce che la fine della pandemia non seguirà seplicemente il raggiungimento dell'immunità di gregge o una dichiarazione ufficiale, ma piuttosto avverrà gradualmente e in modo non uniforme, quando le società cesseranno di essere consumate dalle scioccanti metriche della pandemia. La fine della pandemia è più una questione di esperienza vissuta, un fenomeno sociologico più che biologico. Le dashbord (ovvero le tabelle che rappresentano i dati sul Covid, ndr) - che non misurano la salute mentale, l'impatto educativo e l'assenza di stretti legami sociali - non sono lo strumento che ci dirà quando la pandemia sarà finita. In effetti, considerando come le società sono arrivate ad utilizzare i dati, questi possono rappresentare uno strumento che rischia di allontantare un ritorno alla normalità".

Come sarà la fine della pandemia? Sarà un clic. Sarà abituarsi a quest'essere invisibile che ha cambiato le nostre vite. Sarà, soprattutto, iniziare a raccontare cose nuove.

Sarà smetterla per sempre con le tabelle sparate in diretta nazionale: "In questo periodo straordinario in cui la vita sociale è stata capovolta, la pandemia di Covid-19 sarà finita quando spegneremo i nostri schermi e decideremo che altre questioni meritano ancora una volta la nostra attenzione. A differenza del suo inizio, la fine della pandemia non sarà trasmessa dalle tv".

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