Gli asintomatici al Covid-19, quelli che non hanno idea di aver contratto l'infezione, sono contagiosi tanto quanto coloro in cui si manifesta. È quanto sostiene una revisione sistematica e metanalisi pubblicata sulla rivista Jama.
Cosa dice la ricerca
Gli auturi dello studio raccomandano di gestire le infezioni asintomatiche "in modo simile a quello delle infezioni confermate, compreso l’isolamento e la ricerca delle persone venute a contatto con gli asintomatici”. Ma in che modo un paziente asintomatico può essere pericoloso per la gente che lo circonda? Anche se è vero che i sintomi indicano il raggiungimento del picco della malattia, chi non sa di essere ammalato è comunque molto contagioso, basti vedere l'esplosione di casi con la variante Omicron sia in Italia che nel resto d'Europa. La circolazione "nascosta" del virus, quindi, fa gli stessi danni di chi è positivo e lo sa. "Le infezioni asintomatiche dovrebbero essere considerate una fonte di infezioni da Covid-19 che svolge un ruolo importante nella diffusione del virus all'interno della comunità, proprio mentre la vita pubblica torna gradualmente alla normalità" – affermano i ricercatori.
Perché fanno circolare il virus
I pazienti che sono stati controllati e nei quali è stato scoperto il virus senza avere alcun sintomo sono stati definiti come "aventi infezioni asintomatiche": la definizione è utilizzata per chi non aveva sviluppato sintomi ma li avrebbe avuti in seguito così come le persone infette che non avrebbero avuto mai un sintomo. Ecco perché la condizione degli asintomatici è quasi un "azzardo" "perchè porta gli interessati a non cercare cure mediche e nemmeno a misurarsi la temperatura a scopo cautelativo". In pratica, soltanto tramite test approfonditi e tracciamento dei contatti ravvicinati si può risalire a questa tipologia di infezione. Altrimenti rimane silente e si insinua nella popolazione come accade quotidianamente.
Come vanno gestiti
Non sapendolo, è molto complicato stanare chi non ha sintomi se non con i tamponi (rapidi e molecolari). Ecco perché, riuscire a gestire i portatori asintomatici del virus è fondamentale "per prevenire focolai di cluster e la trasmissione all'interno dei luoghi di contatto sociale”. Questa è la prima ricerca che dimostra in maniera completa la percentuale tra infezioni asintomatiche tra popolazione testata e quella confermata. "Abbiamo condotto una meta-analisi seguendo gli elementi di segnalazione preferiti per le revisioni sistematiche – spiegano gli autori a Repubblica, con l’obiettivo di stimare la percentuale "aggregata" di infezioni asintomatiche tra le due diverse popolazioni. Il lavoro è stato enorme, condotto su tutti continenti, esaminando la circolazione virale in un singolo Paese e tutta la popolazione presa in esame: da chi viaggiava in aereo o in crociera, i contati stretti, gli operatori sanitari o i pazienti ricoverati in ospedale, ecc.
I risultati degli studi
Alla fine, sono stati accumulati ben 2.860 studi di cui, 282, sottoposti a revisione. Tra questi, ulteriore scrematura fino ad arrivare a 95 studi inclusi nella meta-analisi per scoprire la percentuale di infezioni asintomatiche tra la popolazione testata, oltre 20 milioni di persone. In pratica, il rischio maggiore viene naturalmente da chi si sposta tanto, ovvero chi utilizza soprattutto aerei o navi e, silenziosamente, diffonde il Covid a propria insaputa. "La constatazione di un alto numero di infezioni asintomatiche tra chi si sposta in aereo o viaggia in crociera, suggerisce che lo screening e la quarantena all'arrivo in aeroporto sono importanti per ridurre il contagio - sottolineano i ricercatori - Inoltre, abbiamo scoperto un dato contrastante: la percentuale di infezioni asintomatiche tra la popolazione testata era relativamente bassa tra i residenti delle comunità, mentre era consistente tra i malati Covid accertati (39,74%). Ciò ci porta a pensare che, proprio a causa di chi non ha sintomi ma è positivo al Coronavirus, il contagio possa moltiplicarsi".
Ecco perché, oltre al trasporto aereo, dovrebbero essere maggiormente controllati anche gli operatori sanitari, di cui il 30,01% in grado di diffondere il
virus: la sorveglianza è fondamentale per evitare la trasmissione dell'infezione e devono sempre essere mantenute le regole di igiene e copertura di naso e bocca con mascherine all'interno di ospedali e strutture sanitarie.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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