Elementari, pasticcio pagelle: voti a gennaio e giudizi a giugno

Al termine del primo quadrimestre i voti in pagella saranno espressi in decimi. A giugno, invece, ci saranno i giudizi complessivi sull'alunno

Elementari, pasticcio pagelle: voti a gennaio e giudizi a giugno

Alla fine dello scorso anno, la scuola sembrava destinata ad un piccolo ma rivoluzionario cambiamento: via i voti in decimi dalle pagelle delle elementari con il solo giudizio di fine anno. Una scelta, decisa peraltro in pieno lockdown, che avrebbe consentito una valutazione non puramente numerica degli studenti ma sarebbe stata inculsiva del percorso di crescita maturato in classe. Nulla da recriminare o, almeno, fino a quando, alla ripresa delle lezioni - stiamo parlando di appena una settimana fa - arriva il contrordine sul decreto convertito a fine giugno. E così, neanche a provarci, si ritorna al ''vecchio stile dei numeretti'' che non piace né agli insegnanti né alle famiglie. Resta però la valutazione in forma estesa per gli scrutini di giugno. Una rassicurazione non da poco, certo, ma è il punto è un altro: come si tradurrà un voto in decimi nelle considerazioni conclusive sull'alunno?

''Così è un pasticcio'' denunciano all'unisono genitori ed educatori che, dopo anni di battaglie, si ritrovano in mano con un pugno di mosche. ''Inaccettabile'', contesta Antonello Giannelli, voce dei presidi (Anp), reclamando un intervento urgente per raddrizzare il tiro: ''Occorre un atto legislativo, - spiega alle pagine del quotidiano La Repubblica - la valutazione è un processo unico. Non può essere fatta prima in numeri e poi in giudizi''. E invece sì, è possibile eccome. Lo precisa una nota ministeriale, a firma del capo del dipartimento dell'Istruzione Marco Bruschi, fresca di stampa: ''La norma attualmente nulla dispone per quanto concerne la valutazione intermedia, che resta dunque disciplinata con votazione in decimi''. E, quindi, come bisognerà regolarsi?

Nell'attesa che il ''pastrocchio'' venga ripulito dalle evidenti incongruenze, il mondo della scuola insorge. Stefania Bassi, 45 anni, insegnante alla primaria Dalla Chiesa a Roma, nell'equipe sull'innovazione del Lazio, ricorda ancora il giudizio della sua maestra: ''Raccontava chi ero, invece noi abbiamo dovuto ridurre un bambino a un numero: un'impresa''. Alcuni anni fa con le colleghe si era inventata l'autopagella: ''Erano i bambini a prendersi l'impegno di migliorare''. L'rritazione per la svista nel decreto è tale che il Movimento di cooperazione educativa esorta gli insegnanti a un atto di disobbedienza: ''Il nostro invito è a non usare i voti numerici - esorta la responsabile nazionale Anna D'Auria a La Repubblica -in alternativa chiediamo che i collegi dei docenti decidano, con una forzatura, di compilare solo la pagella finale dove sono previsti i giudizi. Nella complessità della riapertura della scuola in emergenza non possiamo dimenticarci dell'aspetto pedagogico: la valutazione non è estranea alla progettazione didattica''. Il pedagogista Giuseppe Bertagna cita Kundera: ''Niente e nessuno è esente dal ridicolo, sono esterrefatto per questi continui stop and go, tra l'altro in un contesto dove i voti non hanno più senso: posso correggere in tempo reale, con le verifiche digitali, dove sbaglio. La valutazione è educativa, non selettiva''.

Non da meno sono i Genitori democratici, che per primi hanno denunciato il pasticcio ministeriale: ''La nota ministeriale disorienta e sconcerta - commenta Angela Nava Mambretti - Ma, soprattutto, introduce elementi di confusione di cui non si avvertiva la necessità in questo momento''. Insomma, punto e a capo: è tutto da riscrivere.

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