Cinque navi quarantena per 3.500 migranti: ecco il piano del Viminale

Si fa sempre più urgente la necessità di creare nuovi spazi per i migranti in vista delle prossime ondate di sbarchi. Da Roma si pensa che le navi quarantena siano i mezzi più appropriati e si spera ancora nell'Europa

Cinque navi quarantena per 3.500 migranti: ecco il piano del Viminale

Trovare nuovi posti per i migranti e il prima possibile è uno degli obiettivi che da Roma si sta cercando di raggiungere in tempi celeri: si fa sempre più urgente la necessità di creare nuovi spazi per l’accoglienza degli stranieri che arrivano dall’altra parte del Mediterraneo.

Dopo il boom degli arrivi degli scorsi giorni che hanno fatto superare quota 2mila, il governo si sta attrezzando per non essere impreparato ad altri eventuali maxi sbarchi. La soluzione più idonea sembra arrivare al momento proprio dal mare attraverso le navi quarantena. Come fa sapere Repubblica, quelle di cui si potrà disporre attraverso l’ultimo bando di gara sono cinque per un totale di 3.500 posti disponibili ed un costo di 36mila euro al giorno. A bordo dei mezzi ci sarà il personale della Croce rossa che si occuperà di eseguire i protocolli sanitari previsti per le misure di sicurezza contro il Covid. Le spese sanitarie previste saranno a carico della Protezione civile, del ministero della Salute e delle Regioni. Fino ad oggi il sistema degli hotspot realizzato dentro le navi quarantena sarebbe secondo il Viminale il metodo più sicuro. All’interno sono presenti tutti i sistemi di assistenza ed è impossibile che gli ospiti possano scappare mettendo in pericolo, durante il periodo della quarantena, gli abitanti delle città che li ospitano. Circostanza che si è verificata più volte quando i migranti hanno trascorso il periodo di isolamento Covid in strutture collocate sulla terraferma.

Sono questi momenti decisivi per individuare soluzioni tempestive che possano anticipare eventuali altre situazioni di difficoltà. L’estate è ormai vicina e, visto l’andamento di questi giorni, il rischio è che l’afflusso di migranti possa raggiungere soglie molto alte. Nel frattempo a Lampedusa, dopo il maxi sbarco, continuano ancora ad arrivare altri barchini, l’hotspot è al collasso e buona parte dei migranti attende ancora di essere trasferita a bordo delle navi quarantena Azzurra e Allegra. Queste ultime sono ancora ferme in rada a causa del forte vento.

Da una parte le navi quarantena che rappresentano la possibilità di gestire il sistema di accoglienza. Dall’altra, il governo punta anche alla possibilità di rinnovare il Patto di Malta per il meccanismo di ricollocamento automatico dei migranti. E di questa necessità ne ha parlato nelle scorse ore il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese ai colleghi europei riuniti a Lisbona per l’immigrazione. Nei prossimi giorni anche il premier Mario Draghi tornerà a sollecitare gli Stati (Francia, Germania, Portogallo, Irlanda) che nell’autunno del 2019 hanno firmato il Patto a La Valletta affinché rinnovino gli impegni presi.

La strada al momento è molto in salita dopo che ieri fonti europee hanno fatto trapelare che nessuno Stato al momento è pronto a farsi avanti per rispondere alla solidarietà richiesta dall’Italia in merito al meccanismo di accoglienza dei migranti su base volontaria. Il governo austriaco ad esempio si è espresso per un meccanismo che operi direttamente in Africa per frenare le migrazioni.

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