Un capannello di 4 o 5 spacciatori si piazza davanti al monitor. Controllano a che ora è previsto l’arrivo del prossimo treno carico di tossici, per lo più ragazzini. Hanno sedici, diciassette, massimo vent’anni. Vengono dalle città vicine. Escono dalla stazione di Porta al Serraglio e trovano ad aspettarli gli sputapalline africani che lavorano in pieno centro. Per dieci euro ti mettono in mano una “pallina”. La tengono nascosta in bocca, pronti a ingerirla se vengono fermati dalla polizia che c’è, ma sembra impotente. La sputano solo quando vedono i soldi. Dentro c’è una mini dose di eroina, che si fuma o ci si spara in vena prima di riprendere il treno per tornare da dove si è venuti. Siamo a Prato. Dove si spaccia e ci si fa alla luce del sole. Nel bel mezzo della città. A tutte le ore. Come documenta un servizio delle "Iene".
Per chi se lo fosse perso: il servizio, realizzato da Marco Maisano, mostra prima il pendolarismo della droga, cioè le centinaia di persone che ogni giorno arrivano dalle province di Firenze e di Pistoia per comprare l'eroina al Serraglio insieme alla popolazione tossica autoctona. L'inviato del programma di Italia Uno, con una telecamera nascosta riesce ad avvicinare una ragazza in attesa dell’acquisto. “Qui si fanno tutti, si fanno dal primo all’ultimo”. Poi una coppia lui 20enne e lei 19enne spiegano perché proprio a Prato: "Perché per il rapporto tra qualità e quantità è il posto migliore". La ragazza dice di fumarla da pochi mesi. “Io sono una persona debole”, dice, senza che le venga chiesto il motivo del perché si droga.
Poi si vede ciò che ogni pratese ben sa da sempre: che alla Passerella ci si buca accanto all'asilo del Campino, che nei giardini sull'altra riva ci sono siringhe da evitare, che gli africani che sostano fra piazza Duomo e via Cironi sono in larghissima maggioranza spacciatori che vendono morte a ragazzini di sedici anni.
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