Come far fruttare i risparmi evitando i tassi sottozero

Chi punta sulle azioni può spuntare fino al 10%, ecco i portafogli tipo per profilo di rischio. L'incognita bond

Come far fruttare i risparmi evitando i tassi sottozero

È finita l'epoca felice dei tassi di interesse dei titoli di stato italiani al 4 o al 5% con rischi (praticamente) nulli. Bastava comperare un Bot o un Btp, incassare le cedole periodiche e, alla scadenza, riavere il capitale. Adesso, con i tassi a zero è indispensabile cambiare registro, pena la impossibilità di ottenere rendimenti soddisfacenti. Di seguito allora alcune opportunità, con i relativi rischi, che il risparmiatore può cogliere per arrotondare i guadagni.

PORTAFOGLIO SOLO OBBLIGAZIONI

Gli esperti consigliano di mantenere una quota minima in titoli di Stato e corporate bond euro (compresi i fondi e gli Etf specializzati) perché i rendimenti sono limitati a fronte di i rischi marcati. Meglio aumentare l'esposizione in Etf e fondi high yield (che pagano cedole più generose e potranno beneficiare del miglioramento dell'economia), e in i nflation linked (i prodotti legati al costo della vita, cioè all'andamento del tasso di inflazione), che dovrebbero aumentare di valore in virtù di un'inflazione gradualmente in aumento. Una quota del portafoglio (tra il 10% e il 20%) può essere destinata ai fondi e Etf obbligazionari Paesi emergenti in dollari Usa, che rendono il 5% circa su base annua, mentre una quota del 30% del portafoglio dovrebbe comunque essere impiegata in titoli e fondi in valuta estera (soprattutto dollari Usa, e, a seguire, sterline, dollari canadesi e renminbi). Un portafoglio al 15% in fondi obbligazionari governati euro a medio lungo termine, al 15% in corporate bond euro, al 20% in high yield, al 20% in emerging markets in valuta locale e al 30% in fondi in valuta estera, potrebbe assicurare il 4- 5% a 12 mesi ma, in uno scenario negativo, potrebbe perdere il 2-3 per cento.

PORTAFOGLIO BILANCIATO

Per ricavare un rendimento superiore, senza stravolgere il profilo di rischio, è possibile introdurre una quota di fondi ed Etf azionari. L'indicazione è avere un'esposizione del 30% in Borsa (privilegiando in questa fase Europa e Giappone) con un ulteriore 20% da impiegare nel corso dei prossimi 12 mesi non appena si registrassero correzioni degli indici azionari superiori al 5%. Con i consigli di un buon consulente finanziario, che può guidare i tempi giusti per investire la liquidità disponibile in fondi ed Etf azionari, è possibile riuscire a spuntare un rendimento del 7,5-8,0% nei prossimi 12 mesi: tuttavia, nel caso di uno scenario negativo, ci si potrebbe esporre a perdite intorno al 5 per cento.

Per chi vuole osare un di più, magari per puntare anche a un +10% in 12 mesi? Si potrebbe diminuire al 40% la parte obbligazionaria, aumentando al 50% quella azionaria e riservando un 10% alla liquidità da investire. Così facendo aumenta però molto la variabilità del valore del portafoglio nel breve termine e, nel caso di una crisi: le perdita potrebbero toccare il 7,5 per cento.

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